Oggi, 15 febbraio è, per par condicio, la Festa dei single, di tutti coloro che, per scelta o per colpa del destino, non cercano la propria metà o non l’hanno ancora trovata. Ma quali sono le origini di San Faustino, ossia della festa dei “non innamorati”? Il nome Faustino deriva dal latino e significa “propizio, favorevole” …si spera, quindi, che questa giornata solleciti i nuovi incontri.
La figura di San Faustino è legata a quella di San Giovita. La “Leggenda maior” ci racconta che entrambi, dal 1438 patroni della città di Brescia, erano figli di una nobile famiglia pagana bresciana, che entrarono presto nell’ordine equestre e ne divennero cavalieri. Attratti dal Cristianesimo, dopo lunghi colloqui con il vescovo Sant’Apollonio, chiesero e ottennnero il battesimo, dedicandosi subito all’evangelizzazione delle terre bresciane, venendo nominati, rispettivamente, Faustino presbitero e Giovita diacono. Per via della persuasività e del successo della loro predicazione, i maggiorenti bresciani, approfittando della persecuzione voluta da Traiano, invitarono il governatore Italico ad eliminare i due, col pretesto del mantenimento dell’ordine pubblico La morte di Traiano ritardò i piani del governatore che però, approfittando della visita del nuovo imperatore Adriano a Milano, denunciò i due predicatori come nemici della religione pagana. L’imperatore diede allora l’autorizzazione a Italico di perseguirli. Quest’ultimo, minacciandoli di decapitazione, chiese loro di abiurare e di sacrificare agli dei, ma i due giovani si rifiutano e per questo motivo vennero carcerati. Da lì a poi, la loro vita fu un incessante susseguirsi di vicende: l’imperatore Adriano chiese loro un sacrificio al dio Sole come prova di lealtà per lasciarli liberi ed essi non solo rifiutarono, ma danneggiarono la statua del Dio. Per punizione vennero gettati in pasto alle belve del circo, ma miracolosamente, gli animali si ammansirono ai loro piedi e Faustino, approfittando dell’occasione, invogliò molti dei presenti allo spettacolo circense a convertirsi al Cristianesimo. Tra questi Afra, la moglie del governatore Italico, essa stessa poi martire e santa.
La conversione di Calocero, ministro del palazzo imperiale e comandante della corte pretoria, accrebbe l’ira dell’imperatore che ordinò che Faustino e Giovita venissero scorticati vivi e messi al rogo, ma le fiamme non sfiorarono nemmeno le loro vesti. Furono allora torturati fino a quando, nel porto di Napoli, vennero abbandonati in mare su una barchetta, salvati dagli angeli. Nuovamente catturati e riportati a Brescia, vennero decapitati il 15 febbraio tra il 120 e il 134, poco fuori di porta Matolfa e le loro reliquie sono tutt’oggi conservate nella basilica dedicata ai due martiri. Secondo una tradizione di origine medievale, San Faustino dava l’opportunità alla giovani fanciulle di incontrare il loro futuro marito, quindi, in contrasto anche con le convinzioni di coloro che proprio non vogliono saperne di convolare a nozze, il giorno della loro festa non è nient’altro che un auspicio per un incontro con la propria anima gemella… in fin dei conti, meglio innamorati o single del festeggiare San Martino!