Due giorni senza pioggia non hanno cicatrizzato le ferite inflitte dalla pioggia e dalla neve e il Veneto fa i conti con i danni, oltre 500 milioni di euro per il governatore Luca Zaia, mentre in montagna guardano a una stagione carica di incognite. Zaia, reduce dall’incontro di ieri con il presidente del consiglio Enrico Letta, oggi ha compiuto un sopralluogo al bacino di laminazione di Montebello. Attivato una settimana fa, l’impianto ha raccolto, trattenuto ed evitato che si riversassero sul basso vicentino e sul padovano circa 4 milioni di metri cubi di acqua. Costruito nel 1926 il bacino e’ capace di trasformarsi in un lago di 6 milioni di metri cubi d’acqua, su oltre 50 ettari, quasi tutti di proprieta’ demaniale, profondo sino a 20 metri, con una diga a sud lunga un chilometro. Proprio nel padovano, una delle aree che piu’ hanno sofferto in questi giorni, continuano ad essere decine gli interventi dei vigili del fuoco ma la situazione sta lentamente tornando alla normalita’. C’e’ ancora una novantina di sfollati a Battaglia e ancora a Montegrotto stanno prosciugando qualche abitazione e albergo allagato. Cosi’ anche a Bovolenta, uno dei Comuni piu’ duramente colpiti, dove gia’ ieri tutti i cittadini hanno potuto rientrare nelle loro abitazioni. “Se avesse colpito altre zone d’Italia ilmaltempo che ha toccato il Veneto avrebbe provocato stragi” ha ripetuto Zaia. Sulle Dolomiti cala il rischio valanghe che dal massimo livello, 5, e’ scende nelle previsioni fino a grado 3. In provincia di Belluno continuera’ comunque almeno fino a mercoledi’ l’impegno dell’Esercito. Il prefetto ha infatti richiesto che i 140 uomini e 40 mezzi impegnati dal primo febbraio continuino nella loro opera di supporto alla popolazione per il ripristino della viabilita’, soprattutto nei paesi piu’ isolati dell’alto Cadore, alla rimozione della neve dalle strade e dai tetti degli edifici pubblici e di scuole. Adesso l’urgenza riguarda anche la conta dei danni e il veneto vuole presentare il conto. Se per Zaia “la partita del ‘non ci sono soldi’, come ha detto ieri Letta, “non esiste, e non e’ chiusa”, la presidente della Provincia di Venezia Francesca Zaccariotto, se il governo non dovesse aiutare il veneto, ha proposto “di trattenere un miliardo di euro subito per dare una risposta immediata e concreta a quanti sono stati messi in ginocchio”. Un’idea che affianca quella del presidente di Confindustria Padova Massimo Pavin che per alleviare i danni alle imprese piu’ colpite chiede “almeno una moratoria sulla prossima scadenza di ritenute fiscali e contributi”.