Al tavolo come aperitivo, assaporandole di corsa per strada, c’è chi le ama fritte, chi appena uscite dal forno o in padella. Le patate, tuberi commestibili ottenuti dalle piante della specie Solanum tuberosum, sono originarie delle Ande, coltivate già all’epoca delle civiltà Azteca e Incas, in Messico, Perù, Bolivia e Ecuador. Già 2000 anni fa, la patata era il cibo degli Incas, il suo nome era papas e la consideravano un dono della loro dea Axomana, conoscendone ben 40 varietà. Essa rappresentava l’alimento base della popolazione degli altopiani, dove cresceva spontaneamente. Per meglio conservarli, i tuberi venivano stesi su un letto di foglie, lasciati lì per 5 giorni: di notte gelavano, mentre di giorno venivano calpestati dalle donne per far uscire l’acqua che il sole faceva evaporare. Una volta essiccati, venivano conservati in speciali magazzini anche per 10 anni. Il tubero giunse in Europa solo dopo la metà del XVI. La patata fu importata dagli Spagnoli che l’avevano conosciuta durante la conquista del Perù. Secondo alcuni il suo ingresso in Europa risale al 1524, quando lo spietato conquistatore del Perù Francisco Pizarro, ne regalò alcuni esemplari al re di spagna come “curiosità botanica”. In Italia venne introdotta dal granduca di Toscana Ferdinando II e dalla Toscana e dal Veneto, giunse poi in Emilia Romagna e in Italia meridionale. Per numerosi anni la patata non godette di buona fama, forse per via della sua forma bitorzoluta che ricordava le eruzioni della lebbra. A ciò si aggiunse il fatto che non era mai stata citata nella Bibbia, la stranezza che cresceva sotto terra ecc. Tutto questo le creò un alone diabolico intorno, tanto che vi furono esorcismi, processi e condanne al rogo ai danni di sacchi di patate.
La patata è composta per il 78,5% di acqua, per il 17,9% di carboidrati, per il 2,1% di proteine e per l’1% di lipidi. E’ un’ottima fonte di minerali (potassio, ferro e magnesio) e di vitamine (B1,B2,B6,C) , concentrati soprattutto nella buccia e appena sotto essa, per cui è consigliabile non pelarla prima di cucinarla, per non disperdere con la cottura i preziosi nutrienti di cui è ricca. Presente in migliaia di ricette, la patata, ingrediente universale, è piena di potenzialità, capace di essere coltivata ovunque e di essere conservata per almeno 6 mesi senza refrigerazione. E’ un’ottima fonte di vitamina C (una patata media di approssimativamente 180 gr, ne possiede in media 10 mg, mentre quelle novelle ne contengono il doppio, circa ¼ del quantitativo di vitamina C di cui necessitiamo quotidianamente); a parità di calorie (77 kcal/100 gr), le patate danno un maggior senso di sazietà rispetto a pane e pasta, invogliandoci a mangiare di meno, senza il minimo apporto di colesterolo. Grazie al loro alto contenuto di amido, costituiscono un valido sostituto dei cereali nelle diete ipocaloriche, mentre il succo, che riesce a neutralizzare i succhi gastrici, è indicato nei casi di ulcera, gastrite duodenale, calcolosi biliare e stitichezza. Le patate contengono quantità significative di potassio, essenziale nella trasmissione degli impulsi nervosi e nelle funzioni muscolari, oltre che per combattere la ritenzione idrica, eliminando l’acqua in eccesso. La combinazione del potassio con il basso contenuto di sodio, rende la patata un alimento ideale per coloro che intendono regolare la pressione sanguigna.
Sono ottime fonti di fibre solubili e insolubili: la fibra aumenta la massa fecale, aiuta a prevenire la stipsi, abbassa i livelli di colesterolo cattivo, protegge dal cancro al colon; le patate nei diabetici mantengono i livelli di zucchero nel sangue in un range di normalità, evitando improvvisi innalzamenti. Contrariamente a quanto si pensa, esse sono alleate delle diete poiché saziano e poiché contengono carboidrati complessi che rilasciano gradualmente energia, riducendo gli attacchi di fame. Le patate hanno proprietà lenitive e decongestionanti (le fette crude, applicate sulla pelle, apportano benefici nei casi di irritazioni, arrossamenti e prurito; mentre sugli occhi, contrastano borse e occhiaie) e, oltre ai nutrienti classici, contengono polifenoli, carotenoidi e altri antiossidanti in grado di proteggere l’organismo dai danni ossidativi. Le patate germogliate, verdi o con macchie verdi contengono però solanina, una sostanza tossica che può provocare seri danni e una piccola quantità di atropina, un alcaloide che non lascia scampo ad alte concentrazioni, ma che in piccole dosi ha proprietà antispastiche.