Ogni qualvolta si apprende, sui vari social network, su blog e/o siti scientifici, che durante la giornata sono state registrate più scosse telluriche più o meno intense, ecco che scatta la l’ansia da terremoto. Ad acuire questa sgradevole sensazione è, come spesso accade, lo “sciacallo mediatico“, ossia colui il quale, approfittando della notizia, riesce ad esacerbare gli animi con notizie ben più allarmistiche. Sarà un caso ma, soprattutto negli ultimi mesi, a causa delle tante scosse registratesi lungo la catena Appenninica, su diverse, troppe, homepage riaffiorano gli incubi Marsili e Vesuvio o, ancor peggio, la possibilità di un forte terremoto in arrivo nello Stretto di Messina. Giorni fa, infatti, ci siamo occupati del fenomeno attraverso un’intervista al Direttore dell’ENEA di Bologna, Alessandro Martelli.
Se ciò non fosse bastato a tranquillizzare la popolazione ecco che, con estremo piacere, siamo a riproporre parte dell’intervista rilasciata al sottoscritto dal Dott. Lucio Arboretti, geologo. “Vista la faciloneria e la grossolanità con la quale si affrontano certi argomenti, affascinanti ma che richiedono competenze specifiche, è meglio mettere subito le cose in chiaro. Il Marsili è indubbiamente un vulcano attivo e, essendo il più grande vulcano attivo in europa, è indubbiamente pericoloso. Ma c’è una cosa che bisogna considerare. L’attività vulcanica è qualcosa che si esprime su una scala di tempo geologica. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che le fasi parossistiche dell’attività vulcanica hanno tempi di ritorno molto lunghi (centinaia, migliaia di anni, forse anche decine di migliaia di anni). Il Marsili non fà alcuna eccezione a questo. E’ vero che il Marsili è un vulcano attivo potenzialmente molto pericoloso, ma questa non vuol assolutamente dire che la sua eruzione sia imminente nè tantomeno che lo sarà nel giro di pochi anni. Il Marsili esiste da millenni e forse ci vorrà altrettanto prima che si possa vedere una sua eruzione. Che poi c’è anche da dire che non tutte le eruzioni di vulcani potenzialmente pericolosi debbano per forza causare disastri. Prendiamo il Vesuvio per esempio: potenzialmente è molto pericoloso, molto di più del Marsili, visto che insiste su una zona dove vivono due milioni di persone, ma la sua ultima eruzione, avvenuta negli anni della seconda guerra mondiale, non ha causato alcun danno“.
“Per ciò che concerne i terremoti – prosegue il Dott. Arboretti – essi sono nell’ordine normale delle cose. Ne avvengono centinaia ogni anno e sono eventi naturali perfettamente normali: l’attività sismica NON E’ in aumento (c’è solo un aumento di informazione al riguardo e dunque è cambiata la percezione che il pubblico ha di questi fenomeni) e non c’è alcun mistero o complotto o evento apocalittico che ci attende all’orizzonte. I terremoti c’erano in passato, ci sono e continueranno ad esserci seguendo il corso naturale dell’evoluzione del nostro pianeta. Piuttosto sarebbe importante sensibilizzare l’opinione pubblica sul modo di comportarsi in caso di evento sisimico, questo si poichè per troppo tempo si è taciuto sul fatto che l’Italia è un paese ad alto rischio sismico e più in generale idrogeologico. Il nostro è un territorio instabile proprio a causa della sua genesi e conformazione geologica. Nessun allarmismo (prendi il Giappone che ha imparato a convivere in modo egregio con i terremoti) ma tanta, tanta informazione, quella “vera”, scientifica ed attendibile, campagne di sensibilizzazione e preparazione agli eventi. Questo ci vuole“.