Dopo le fitte nevicate e le gelate dei giorni scorsi, la primavera comincia a dare i suoi primi segnali anche nel nord degli Stati Uniti, dopo è in corso il primo vero grande disgelo di Febbraio. La rimonta di masse d’aria temperate decisamente più miti, da S-SO e da SO, convogliate verso gli USA settentrionali da una profonda depressione extratropicale, localizzata con un minimo barico al suolo sopra il nord dello stato del Michigan, ha spinto i termometri su valori largamente positivi in quasi tutto il Middle-West. In città, come Chicago , Minneapolis e Detroit, le temperature, a causa di questo afflusso d’aria mite da S-SO e da SO, sono drasticamente crescite, facendo registrare massime di oltre i +7°C +8°C. Queste temperature piuttosto elevate stanno determinando un significativo scioglimento del manto nevoso che nei giorni scorsi si era depositato sui terreni del Middle-West, creando non poca preoccupazione per il rischio di eventuali inondazioni e allagamenti, prodotti dalla rapida fusione di questa neve ancora presente al suolo. Tale rischio al momento appare molto concreto, anche perché molti stati, come l’Illinois, Iowa , Wisconsin, Michigan, Minnesota e Indiana, sono ancora ricoperti da uno spesso strato di neve al suolo, che raggiunge uno spessore superiore ai 10-20 cm. Addirittura, in alcune aree tra Wisconsin, Michigan e Minnesota, il manto nevoso avrebbe superato pure i 30-35 cm.
Si tratta di accumuli consistenti che se fusi rapidamente, in pochi giorni, rischiano di provocare significative inondazioni sulle zone pianeggianti del Middle-West. Inoltre, nei prossimi giorni, le piogge apportate dal passaggio del vasto sistema frontale associato alla profonda circolazione depressionaria che sta transitando lungo l’area dei Grandi Laghi, rischiano di aggravare ulteriormente la situazione. Difatti, i terreni ancora congelati limiteranno le infiltrazioni della pioggia, agevolando un ristagno dell’acqua in superficie, e quindi conseguenti allagamenti e inondazioni anche nelle principali città del Middle-West, tuttora ben innevate. Ma il maltempo, già a partire dalle prossime ore, picchierà anche sugli stati più meridionali e lungo l’East Coast degli States, dove si attende il passaggio dell’esteso fronte freddo collegato alla profonda depressione extratropicale presente sul nord del Michigan. Il passaggio di questo fronte freddo darà la stura a piogge piuttosto estese, rovesci e temporali, accompagnati da forti raffiche di vento, che colpiranno soprattutto gli stati del Kentucky e Tennessee, dove il Prediction center della NOAA ha lanciato un allerta meteo, per “rischio moderato” di eventi temporaleschi violenti ed eventuali tornado. Il rischio di temporali, anche intensi lungo l’East Coast e gli stati degli USA sud-orientali, sarà accresciuto dal fatto che l’aria più fredda canadese, che tenta di sfondare da O-NO e da Ovest, s’incuneerà sotto l’aria calda e molto umida, sub-tropicale marittima, che attualmente scorre lungo tutta l’East Coast, dove permane una debole ventilazione da S-SO e SO, contribuendo a scalzare quest’ultima bruscamente verso l’alto, determinando forti turbolenze che si propagano lungo tutta la colonna troposferica. Queste turbolenze, rese ancora più intense dai forti contrasti termici fra le differenti masse d’aria, causeranno forti moti convettivi (forti moti ascensionali in seno alla massa d’aria) che agevoleranno la costruzione di imponenti annuvolamenti cumuliformi lungo la linea del fronte freddo, capaci di apportare rovesci e temporali, anche intensi negli stati degli USA sud-orientali, dove l’alimentazione caldo e umida, in risalita dal Golfo del Messico, sarà più forte. Temporali intensi, già entro la prossima nottata, dovrebbero interessare il North Carolina, South Carolina, Georgia, Alabama e la Florida settentrionale, dove troviamo al momento temperature piuttosto elevate, superiori ai +20°C +22°C. Buon carburante per lo scoppio della convenzione.
In settimana il “polar vortex” fionderà nuovamente sugli USA portando una nuova ondata di gelo estremo
Dando uno sguardo verso il medio termine per il Canada e gli USA settentrionali si sta per preannunciare il ritorno di una nuova forte ondata di gelo, partorita direttamente dal “lobo” canadese del vortice polare, che entro il prossimo fine settimana (fra 6 giorni) potrebbe scivolare verso l’area dei Grandi Laghi, determinando un brusco raffreddamento. L’affondo del cosiddetto “polar vortex”, fino al nord degli States, sarà causato dallo sviluppo di un solido promontorio anticiclonico di blocco tra il Pacifico nord-orientale e la West Coast nord-americana. Questo potente anticiclone di blocco, oltre a bloccare il flusso delle impetuose “Westerlies” che escono a gran velocità dall’estremo oriente russo e dal Giappone, con frequenti “Jet Streaks” che toccano picchi di oltre i 300-320 km/h (a 250 hpa) sopra il Giappone, contribuirà a far scivolare verso latitudini più meridionali l’ampia circolazione depressionaria a carattere freddo che fa capo al “lobo” canadese del vortice polare. L’erezione verso l’Alaska dell’anticiclone delle Aleutine sarà in grado di deflettere il ramo principale del “getto polare” che scorre sopra il nord America, imponendo a quest’ultimo una direttrice meridiana proprio fra il Canada centrale e gli States.
Ciò permetterà alle massa d’aria gelide, attualmente stazionarie sopra l’Arcipelago Artico canadese e i Territori del Nord-Ovest, di fiondarsi in piena libertà fino al Canada centro-orientale e agli USA settentrionali, producendo questo rusco raffreddamento che spingerà i termometri nuovamente sotto il muro dei -15°C -20°C su gran parte degli stati del Middle-West e l’area del New England, dove sono attese anche forti nevicate e venti piuttosto intensi che accresceranno il disagi, favorendo la formazione di spesse lastre di ghiaccio su strade e autostrade.