Assegnate tutte le medaglie dei giochi, l’ultima è andata all’hockey maschile del Canada e così si chiudono i XXII Giochi Olimpici Invernali di Sochi 2014. La giornata è stata caratterizzata dal successo sportivo della Russia, tripletta nella 50 km di sci nordico, tutto il podio russo, oro, argento e bronzo. Il nostro Di Centa invece non è partito, ma è rientrato in Italia in anticipo per un problema alla schiena e che ha previsto un piccolo intervento che è andato bene. 11° posto per Roland Clara, il migliore degli azzurri. Oggi era anche di scena il bob a 4 e anche qui la vittoria va al team russo. Con queste due medaglie la Russia rafforza la sua prima posizione e chiude al primo posto con 13 ori, seconda la Norvegia con 11 e terzo il Canada con 10 ori. L’obiettivo di Putin era quello di vincere il medagliere e così è stato, anche se forse la ciliegina sulla torta è mancata con la Russia dell’hockey fuori dal podio. A Vancouver nel 2010 i russi di ori ne avevano vinti solo 3, dunque 4 anni preparati per portare a casa un bottino incredibile. Per quanto riguarda la nostra nazionale, purtroppo non è arrivata la medaglia più pesante, e chiudiamo al 22° posto con 8 medaglie. Come totale di medaglie abbiamo migliorato rispetto a Vancouver, ma per quanto riguarda la posizione nel medagliere è la peggiore dai giochi di Saint Moritz 1948. L’Italia delle Alpi e degli Appennini, una nazione che negli anni 80-90 e primi 2000 è sempre stata fra le prime 10 nazioni, toccando il successo storico con il 4° posto di Lillehammer 1994. Ben 8 i quarti posti in queste olimpiade, e ce ne furono tanti anche a Vancouver, dunque due edizioni sfortunate per la nazionale azzurra, anche se di fatto c’è sicuramente un problema di fondo su cui bisognerà riflettere. Probabilmente è mancata un eredità Torino 2006, o meglio auspichiamoci che quella generazione stia crescendo per le prossime edizioni. Sicuramente è via via mancato qualche personaggio leader negli sport invernali, come lo sono stati ad esempio Alberto Tomba, Manuela di Centa, Stefania Belmondo ecc, ma ci sentiamo di dire che anche una causa parziale è dovuto all’assenza degli sport invernali dalla Tv nazionale, la Rai. Già con Torino 2006, lo sforzo non fu eccessivo o meglio non paragonabile da quanto fatto da altre nazioni ospitanti di un evento olimpico. Inoltre da anni oramai non sono più visibili sulle reti ammiraglie le gare di sci, sia nordico, che alpino che tanto hanno appassionato gli italiani negli anni ’90. Un plauso va sicuramente a Cielo, il canale in chiaro di Sky, che ha sopperito alla mancanza della Rai, anche se purtroppo il canale non è visibile in tutta Italia, sopratutto da quelle località montane dove gli sport invernali sono molto seguiti. Oggi il presidente del CONI, Malagò afferma “C’è delusione per l’oro non vinto, ma avevo detto che dovevamo fare meglio di Vancouver e così è stato: le previsioni sono state rispettate”, poi ribadisce “Otto medaglie, e otto quarti posti, ma abbiamo su 110 atleti in gara conquistato 58 finali”. Dunque l’auspicio che per il futuro questo sia un punto di partenza. Per i nostri colori comunque ci sono comunque delle note positive, soprattutto rosa, e sono le tre medaglie della biondina valtellinese Arianna Fontana nello short track. Sicuramente il simbolo dei nostri giochi e che porterà la bandiera alla cerimonia di chiusura. Come non dimenticare il bronzo di Armin Zoeggler, 6 medaglie in 6 giochi, un record, una leggenda, nessuno mai come lui, neppure nelle olimpiade estive. Grande prestazione anche di Cristof Innerhofer con un bronzo e un argento per lo Sci Alpino, una disciplina dal quale arriva sempre qualcosa. Finalmente arriva anche una medaglia per Carolina Kostner nel pattinaggio velocità inseguita fin da Torino 2006 ed infine la bella sorpresa della staffetta mista del biathlon con un bronzo che fa ben sperare per il futuro. Questa è dunque l’eredità di Sochi 2014 per la nostra nazionale. Probabilmente, il caldo, anche se l’Italia è un paese mediterraneo non porta bene all’Italia, non bene a Sochi, non bene a Vancouver e non bene a Nagano 1998, tutte edizioni segnate da pioggia o caldo. Per i colori azzurri, anche se non dal punto di vista sportivo, resta la consolazione che la cerimonia di apertura e di chiusura sono dirette dal veneziano Marco Balich. Per il resto i giochi si sono svolti tutto sommato in modo tranquillo e l’organizzazione russa è stata buona, anche se Putin nulla ha potuto sul clima. Dal punto di vista meteorologico anche questa edizione è stata caratterizzata, come la precedente, da temperature primaverili e neve molto pesante che hanno molto influito sui risultati delle singole gare. Temperature quasi sempre sopra zero, sole, tolto qualche giorno di nebbia, umidità e si ricorderanno i primi bagni nel mare di Sochi. Da questo punto di vista anche questi giochi non hanno presentato paesaggi tipicamente invernali, i prossimi giochi in Corea si giocheranno nuovamente in una località prossima al mare, ma staremo a vedere. Dal punto di vista organizzativo probabilmente possiamo affermare che i russi non siano stati da meno dei canadesi, quest’ultimi molto sfortunati per la pioggia, ma anche per qualche mancanza organizzativa. Tanti sono i bei momenti e tante sono le storie di ogni edizione dei giochi, in particolare vogliamo ricordare la medaglia del biathlon femminile ucraino, che in questi giorni di guerra civile ha un significato molto importante. Oppure la prima volta nella storia del salto con gli sci femminile. Cento sarebbero però le altre storie da raccontare, per il quale non basterebbe un libro, il libro della storia di Sochi 2014. Da stasera si cala il sipario e poi spazio ancora alle paralimpiadi (7-16 marzo 2014) e poi si darà appuntamento a Pyeongchang 2018, la piccola cittadina del Sud Corea. Come ad ogni edizione c’è sempre un velo di tristezza e nostalgia per un evento che ci ha coinvolto per oltre 2 settimane ed è difficile congedarci. La speranza principale è che questi giochi siano stati seguiti dai più piccoli e che magari da qui nascano dei nuovi appassionati e dei piccoli campioni. Molti sono nati così. Tutti i bambini sognano di arrivare alle olimpiadi, fateli fare una partita in meno ai video giochi, e piuttosto portali a sciare, pattinare, fare snowboard e perchè no giocare a curling. L’Italia ha molti impianti e località di sport invernali, da nord a sud, senza escludere le grandi città in cui sono molti gli impianti del ghiaccio. Speriamo, che per rilanciare lo sport olimpico in Italia, le candidature di Roma, oppure di qualche località invernale come magari Trento o Aosta per le prossime edizioni rilancino i movimenti sportivi, elementi fondamentali per una nazione. Con l’auspicio che, come nelle nazioni più sviluppate, anche in Italia nasca un connubio fra scuola e sport, che ad oggi non c’è. Infine senza troppa presunzione, anche a valle di questa edizione, possiamo ancora dire che a Torino,nel 2006, abbiamo fatto un buon lavoro e la fortuna dal punto di vista climatico è stata dalla nostra parte, sicuramente quei giochi, finora, sono stati gli ultimi che hanno dato fatto vedere al mondo un paesaggio alpino tipicamente invernale. Dunque, anche se a fatica, ci congediamo da questi giochi, con nel cuore lo spirito olimpico e ringraziandovi di vero cuore per il vostro affetto e le migliaia di letture. Ci sarà ancora spazio per qualche approfondimento e bilancio del dopo giochi, ma intanto il braciere olimpico fra poche ore si spegnerà. Dunque arrivederci Sochi 2014, ci mancherai, a presto a Pyeongchang 2018. Hot, Cool, yours!
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