L’insalata ha origini piuttosto incerte: sembra essere originaria dell’Oriente, anche se è accreditata l’ipotesi che essa provenga dalla Siberia. Era già conosciuta dagli Egizi, mentre i medici greci credevano che, in particolar modo la lattuga, potesse avere una leggera azione soporifera. Come annoverano Plinio e Columella, l’insalata era già conosciuta dai Romani che, ritenendola insipida, la consumavano insieme a foglie aromatizzanti di ruchetta.
Furono proprio i Romani a promuovere la coltivazione dell’insalata in tutto l’Occidente, attribuendole svariate proprietà terapeutiche. Fino al Rinascimento, la produzione interessò pochissime varietà, che subirono un incremento dal 1600, in seguito all’avvento di una nuova tecnica che consentì la coltura forzata di questi vegetali. Pare che Cristoforo Colombo, durante gli anni della scoperta dei Nuovi Mondi, abbia “esportato” la lattuga nelle Americhe con un successo straordinario. Le insalate sono un vero e proprio jolly della cucina, ottime come contorno, come antipasto e, se completate con altri alimenti proteici, anche come piatti di mezzo. Sono povere di calorie (appena 25 per un etto di foglie verdi), ricche di vitamina B (specialmente tiamina e riboflavina), vitamina C ( in un etto di lattuga ne sono contenuti ben 59 mg ), vitamina A, che protegge la pelle ( in particolare, il radicchio ne è ricco, così come indivia e cicoria).
L’insalata contiene fino al 95% di acqua, che la rende indispensabile per reintegrare i liquidi perduti, ha sali minerali e fibre in abbondanza, garantendo il successo delle diete povere di calorie. In particolar modo, le fibre aumentano il senso di sazietà, mentre i minerali combattono il senso di spossatezza che si prova quando si è in dieta stretta. Grazie al notevole contenuto in metalli alcalini (sodio, potassio, calcio e magnesio), le insalate svolgono un’azione alcalinizzante, contribuendo a mantenere l’equilibrio acido-basico nell’organismo umano e, grazie all’acqua, alle vitamine e ai minerali, aiutano a combattere la stitichezza e l’irritazione delle mucose intestinali, contribuendo al buon funzionamento del sistema nervoso. Inoltre, hanno azione digestiva, favorita dall’acido ossalico, citrico, ascorbico e malico; azione lassativa, per via dell’alto contenuto di fibra; azione diuretica, per la prevalenza del potassio sul sodio, che facilita l’eliminazione dell’eccesso dei cloruri.
Sul valore calorico e sull’equilibrio nutritivo, incidono molto i condimenti, per cui è consigliabile sempre l’utilizzo di olio extravergine d’oliva, ricco di antiossidanti, non eccedendo col sale, che può provocare ritenzione idrica, impiegando il limone al posto dell’aceto (dato che il limone, essendo ricco di vitamina C, è in grado di quadruplicare l’assorbimento del ferro vegetale da parte dell’organismo), oppure ovviando all’insipidezza dell’insalata con l’aggiunta di semi di cumino, rucola, basilico, capperi o pezzetti di frutta, come mele o ananas , oppure olive o avocado, se non si hanno problemi di dieta. Il consumo di uova, formaggi, pane e cracker mescolati all’insalata va ridotto, ma non eliminato, dal momento che, nutrendosi solo di verde, c’è il rischio di trattenere i liquidi, aumentando quelli intracellulari, con il risultato di ritrovarsi con più gonfiore e cellulite. E’ consigliabile consumare sempre insalata fresca, dato che quella assunta fuori stagione può essere soggetta a un maggior accumulo di nitrati che possono trasformarsi in complessi chimici dannosi per l’integrità cellulare.