Siamo in Sudafrica, sinonimo di diversità etniche, di storia, turismo, safari e miniere. Table Mountain, una montagna piatta alta 1086 metri, è il simbolo della città più turistica e frizzante sudafricana: Cape Town (Città del Capo). Spesso la cima, formata da strati di arenaria e scisto, è avvolta da nuvole o da una coltre lattea di nubi che scende lungo i suoi fianchi, chiamata Tablecloth (Tovaglia): si tratta di un fenomeno originato dall’impetuoso vento di mare, il Cape Doctor (Dottore del Capo), così chiamato perché dona un clima salubre alla città…una finis terrae sulla punta estrema dell’Africa. Tra essa e l’Antartide non rimane che il mare tempestoso dei Quaranta Ruggenti, un mare epico, costato la vita a tanti marinai. Tra leggende, miti, quadri e poesie, Table Mountain sprigiona un fascino senza tempo. Nelle acque intorno ad essa ha preso vita la storia della mitica nave Olandese Volante, il veliero carico di preziosi colto da una brutale tempesta, al punto che il temerario capitano Hendrik Von der Decken, pur di sopravvivere, vendette la sua anima al Diavolo, giurando che se fosse riuscito a passare il Capo, avrebbe navigato anche in eterno. La nave si spezzò in due e naufragò. Tutto l’equipaggio morì annegato e l’anima del comandante fu condannata a vagare in eterno sulla nave fantasma.
Secondo il poeta portoghese Camoes, le montagne della Penisola del Capo sono il corpo deilgigante dei due mari Adamastor, risalente alla mitologia greca. Nelle Lusiadas , poema epico che celebra i successi dei portoghesi, Adamastor prende le sembianze di una nube in tempesta, mettendo in guardia i marittimi che cercano una via per l’India , dai terribili rischi che corrono intralciando il suo dominio. Table Mountain impersonificherebbe Adamastor, il gigante selvaggio e vendicativo, sovrastando la moderna Città del Capo, con la sua sommità piatta, offrendo uno spettacolo impressionante con la spiaggia vicina alle sue alte pareti. Tra tempeste furiose e tentazioni interiori, il lungo viaggio verso l’Oriente simboleggiava un cammino di illuminazione personale e uomini illustri, tra cui Bartolomeo Diaz e Vasco de Gama, hanno dovuto scontrarsi con Adamastor, un conflitto simbolico tra l’uomo moderno e le divinità classiche, che per Luis de Camoes è il trionfo del genere umano sugli dei, del Rinascimento sul Medievale, dell’Umanesimo sul dogmatismo.
Table Mountain è stato paragonata persino al dio bifronte Giano, chiamato dai Romani “Pater”, creatore dell’Universo. Così come il dio guarda avanti e indietro, conoscendo del futuro e del passato, Table Mountain veglia sul continente africano, proteggendolo dai marittimi in rotta dall’Atlantico all’oceano Indiano, da ovest a est, dal freddo al caldo. Dal 4 ottobre 1929, data dell’inaugurazione della cabinovia progettata tre anni prima dall’ingegnere norvegese Trygve Stromsoe, questa macchina di acciaio e legno ha ospitato milioni di visitatori accorsi da tutto il mondo, tra cui il re Giorgio VI e la regina Elisabetta II e il primo ministro Jan Smuts, un appassionato escursionista che ha condiviso la funivia con la famiglia reale per il viaggio di ritorno, arrivando in tempo per una seduta congiunta dei due rami del Parlamento, nel 1947.
I nuovi impianti di risalita dispongono, invece, di pavimenti girevoli, per consentire ai turisti una visione a 360° della città e della montagna, mentre la percorrono in lungo e in largo, imbattendosi magari in un Rock Hirax, un irace del capo o procavia delle rocce, unica specie del genere Procavia. Gli iraci sono chiamati in Sudafrica “dassies”, letteralmente tassi, simili per aspetto a conigli con orecchie e coda accorciati, agili scalatori per via degli speciali cuscinetti sul palmo delle zampe, costantemente umidificati da una secrezione simile a sudore. Tra rane rare, tartarughe dal becco pappagallo, più di 20 specie di serpenti, tra cui l’ agana maschio, uno spettacolo nella stagione egli amori, quando la testa diventa di un blu brillante; rapaci, petti rossi, porcospini, antilopi, manguste, Table Mountain è l’unica voce del Sudafrica in lizza per un posto nelle nuove 7 Meraviglie della Natura, insieme ad altri 27 siti naturali, tra cui Amazon e Gran Canyon.
Fa parte del Table Mountain National Park, area protetta che conserva una notevole biodiversità, soprattutto con riferimento alla flora endemica: i fynbos, arbusti che crescono abbondantemente sulla superficie della montagna, di cui alcune specie risalenti a 60 milioni di anni fa. Non si può non salire sul Table Mountain, su quest’enorme massiccio che si estende per una lunghezza di 3 km. Per raggiungerlo, è emozionante percorrere i diversi sentieri assaporando il brivido di raggiungere un’enorme radura che ha pochi eguali al mondo, tra formazioni rocciose verso lo strapiombo sull’oceano la città e il molo di Waterfront, i grattacieli del centro e i sobborghi che si estendono a perdita d’occhio.
