Un terribile episodio di “gelicidio”, meglio nota con il termine di “pioggia congelatasi”, ha interessato l’entroterra montuoso del Carso sloveno, poco lontano dai confini italiani con la Venezia Giulia ed il Friuli. Come capita spesso da queste parti, specie durante situazioni sinottiche che hanno poco da vedere con l’inverno, si è venuta a sviluppare una particolare configurazione barica, che ha visto protagonista un poderoso afflusso in quota di masse d’aria molto miti e umide, di stampo sub-tropicale continentale, che hanno cominciato a scorrere sopra lo strato d’aria molto fredda e pesante preesistente nei bassi strati, dove invece insisteva un moderato flusso da E-NE e Est che favoriva la tracimazione di parte dell’aria fredda appena addossata lungo il versante orientale delle Alpi Dinariche, mantenendo le temperature su valori inferiori ai +0°C, attorno i 600-700. In questo caso l’afflusso delle masse d’aria più miti, poco sopra lo strato in cui era attivo il “deflusso” della Bora, ha rovinato la colonna d’aria sovrastante, trasformando la neve in pioggia. Le gocce di pioggia, prima di toccare il suolo, si congelano se le temperature di questo (e il sottile strato d’aria sovrastante) rimangono sottozero (sotto il punto del congelamento).
Si è cosi formato il “gelicidio”, noto anche come “pioggia congelatasi” o “pioggia gelata”. Fenomeno molto pericoloso e causa numerosi disservizi dato che può provocare la caduta di rami anche di grande spessore nonché la rottura di cavi elettrici, con conseguente interruzione dell’illuminazione pubblica, problemi alle comunicazioni telefoniche e alla circolazione per il fondo stradale scivoloso. Le folate di Bora, accompagnando il trabocco delle masse d’aria fredde insistenti sopra le pianure danubiane e l’entroterra sloveno, hanno contribuito a far scivolare le temperature sotto la soglia degli +0°C sull’entroterra carsico. Ma in quota, al di sopra del “deflusso” della Bora, al contempo era affluita aria decisamente più mite proveniente dai quadranti meridionali, aspirata dalla vasta saccatura atlantica che al contempo si approssimava al bacino centrale del Mediterraneo. Difatti, bisogna ricordare che in genere le isobare che accompagnano la “Bora scura” si dispongono con un orientamento da sud-est a nord-ovest, con una prevalenza di flussi sciroccali in quota, mentre nei bassi strati le raffiche di Bora, a causa dell’orografia, assumono la classica componente da E-NE (da 60°-70°). La convergenza fra i diversi flussi, da E-NE nei bassi strati e più da S-SE e da Sud in quota (nella media troposfera) spesso favorisce l’insorgenza di una estesa e compatta nuvolosità che con i propri nuclei precipitativi risale dai quadranti meridionali, portando abbondanti piogge e nella stagione invernale pure persistenti nevicate a bassissima quota, se non fino alle coste (con fitte nevicate su Trieste) nei casi in cui dalla vicina Slovenia o dalla pianura Danubiana vengono risucchiate delle sacche di aria molto fredda nei bassi strati (cuscino d’aria fredda nei bassi strati isolato da una precedente avvezione fredda sui Balcani).
In questo caso però l’afflusso di masse d’arie più miti, poco sopra lo strato in cui era attivo il “deflusso” della Bora, ha rovinato la colonna d’aria sovrastante, trasformando la neve in pioggia, con precipitazioni divenute liquide fin dalla base delle nubi stesse. Le gocce di pioggia, prima di toccare il suolo, si sono rapidamente congelate visto che le temperature di questo sottile strato d’aria sono rimaste perennemente sottozero (sotto il punto del congelamento). Si è cosi formato il “gelicidio”, noto anche come “pioggia congelatasi” o “pioggia gelata”. Fenomeno molto pericoloso e causa numerosi disservizi dato che può provocare la caduta di rami anche di grande spessore nonché la rottura di cavi elettrici, con conseguente interruzione dell’illuminazione pubblica, problemi alle comunicazioni telefoniche e alla circolazione per il fondo stradale scivoloso.
La patina di ghiaccio che si è accumulata sul Carso sloveno, e nell’area intorno la capitale Lubiana, ha cagionato enormi danni e disagi in molti centri della Slovenia centro-occidentale, dove le precipitazioni sono risultate maggiormente persistenti, tanto da lasciare dei significativi accumuli di ghiaccio sul terreno. La “pioggia gelata” ha purtroppo causato anche l’abbattimento di moltissimi alberi d’alto fusto che non hanno retto al peso del ghiaccio accumulato. Particolarmente colpita dalla “pioggia gelata” è stata la zona intorno a Postumia, luogo simbolo, dove appunto nasce l’impetuoso “deflusso” della Bora che si getta con fortissime raffiche “Catabatiche” su Trieste e l’area dell’omonimo golfo. Qui il “gelicidio” ha gravemente danneggiato centinaia di alberi e seriamente compromesso i trasporti stradali, visto l’impraticabilità di numerose strade, ricoperte da una sottile e scivolosa patina di ghiaccio. La situazione dovrebbe lentamente migliorare nel corso della giornata odierna. Ma i danni del “gelicidio” alla flora del Carso sloveno rischiano di essere davvero molto ingenti.
Per le foto dalla Slovenia ringraziamo Anthony P. Smaga (Ciklon.si):