Tutti i vantaggi dei tetti bianchi, una soluzione “green” all’effetto “isola di calore urbana”

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L’incremento dell’industrializzazione e dell’urbanizzazione ha aumentato drasticamente il numero degli edifici in città, concentrando e intensificando con forza i consumi energetici e il microclima urbano, eliminando gli spazi verdi e sostituendoli con strade e vaste zone cementificate impermeabili… veri e propri deserti di cemento e asfalto che rischiano, dunque, di tradursi in un’emergenza sanitaria e di profonda degradazione sociale delle aree cittadine.

Col termine “ isola di calore urbana “ si identificano le differenze di temperatura tra un’area urbana, più calda, e le zone rurali limitrofe. Gli effetti principali di questa differenza di temperatura sono: un incremento del consumo energetico, elevate emissioni di inquinanti e di gas serra, il peggioramento della vita e del confort della popolazione, il peggioramento della qualità dell’acqua, principalmente per via dell’inquinamento termico. Sempre più spesso, imprese e istituzioni moltiplicano le iniziative per ridurre il riscaldamento globale del pianeta e anche le soluzioni che appaiono più banali e curiose, come il dipingere i tetti di bianco, rivelano un fondamento scientifico. La copertura del tetto con un materiale riflettente bianco, in pratica dipingendolo, oppure utilizzando nella sua costruzione il vinile bianco, fa si che esso rifletta la luce solare in modo più efficace rispetto a qualsiasi altro colore, assorbendo anche meno calore. Inoltre, il tetto bianco riduce la necessità di utilizzare i condizionatori d’aria, risparmiando ulteriormente energia, riducendo le emissioni di gas serra e l’inquinamento atmosferico, comportando anche meno interventi di manutenzione.

Il tetto bianco rimane più fresco, riflettendo i raggi solari; dura più a lungo di un tetto “nero” (rivestito di catrame) e, per riverniciarlo a distanza di molti anni, basta solo aggiungere un altro strato di colore su quello precedente, senza dover levar via tutto il catrame. La superficie del tetto, inoltre, riesce a tollerare maggiormente un’espansione e una contrazione del substrato, ossia lo shock termico, senza rompersi. Un tetto nero può surriscaldarsi, raggiungendo una temperatura quasi doppia rispetto a quella dell’aria esterna; mentre un tetto bianco non corre questi rischi, anzi, in casa non sarà necessario accendere il condizionatore d’aria, risparmiando notevolmente in bolletta. Mentre il tetto nero assorbe i raggi solari, le radiazioni e i raggi UV, quello bianco riflette fino all’85% o più dei raggi solari .

Il tetto nero intrappola calore, provocando ulteriore smog nelle nostre città, abbassando la qualità dell’aria (pensiamo, ad esempio, alle cappe di smog estivo osservate nei dintorni delle metropoli americane); i tetti bianchi, al contrario, se utilizzati su larga scala, contribuiscono all’abbassamento delle temperature dell’aria, riducendo l’inquinamento in città. L’acqua piovana, cadendo sui tetti neri, scende giù dritta nelle fogne e nei nostri corsi d’acqua, provocando un pericoloso e distruttivo riscaldamento dell’acqua. I tetti bianchi sono comunque interventi da valutare attentamente in termini di fattibilità economica, considerando anche l’impatto storico ed architettonico dei tetti dei numerosi centri storici del nostro Paese ( es. cotto dei centri toscani), giustamente tutelati dall’Unesco e, secondo alcuni, è un principio da applicare più facilmente a livello individuale (es. in caso di ristrutturazione).

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