Arriva da Internet, dal blog di un appassionato di navigazione aeronautica statunitense, Keith Ledgerwood, l’ultima ipotesi sulla sorte del volo MH370 della Malaysia Airlines, ormai scomparso da 10 giorni. Una teoria incredibile ma che sta facendo il giro dei media internazionali e che sintetizza alcune delle ipotesi circolate nei giorni scorsi, dal dirottamento fino all’atterraggio in un aeroporto sconosciuto, anche in Afghanistan. Secondo Ledgerwood, infatti, il Boeing 777 malese potrebbe aver utilizzato ”l’ombra” di un altro aereo per mascherare la posizione deviando la prua verso ovest, cioe’ verso India o Pakistan, e riuscendo anche a percorrere completamente invisibile 2000 miglia nautiche (poco meno di 4000 km) dall’ultimo rilevamento accertato, in concomitanza con l’uscita dallo spazio aereo malese e l’ingresso in quello del Vietnam.
Utilizzando la stessa rotta percorsa nello stesso momento da un analogo aereo, un B777 della Singapore Airlines diretto a Barcellona. ”Coperto” dal segnale del volo SIA68 della Singapore Airlines, l’aereo della Malaysia Airlines avrebbe cosi’ attraversato il mare delle Andamane fino al Golfo del Bengala, riuscendo cosi’ ad avvicinarsi all’Afghanistan senza essere visto o tracciato. Nella sua teoria, sostenuta da carte di navigazione, con gli orari coincidenti nel tracciato del B777 di Singapore Airlines con l’ipotetica nuova rotta dell’aereo malese, i presunti dirottatori avrebbero potuto ingannare i controllori di volo dei radar civili dell’area, volando, con tutti i sistemi di rilevazione ed identificazione spenti, sopra o sotto l’altro aeromobile autorizzato e perfettamente operativo sul suo piano di volo.
Una conferma indiretta arriverebbe proprio dall’insistenza con cui India e Pakistan negano la presenza sui propri radar di tracce dell’aereo della Malaysia Airlines, nonostante ormai sia accertato che l’aereo abbia volato per altre 6 ore dall’ultimo segnale rilevato, un tempo compatibile con quello impiegato nella sua rotta dal volo Singapore Airlines. Spiegata dall’esperto anche la manovra di ”aggancio” tra i due aerei: l’MH370 dopo aver avvistato il 777 di Singapore, avrebbe proceduto all’avvicinamento fino a collocarsi nella sua ”ombra” radar e sulla stessa aerovia, potendo volare indisturbato per almeno 6 ore. ”Dopo aver analizzato tutti i dettagli – conclude Ledgerwood – e’ mia opinione che il volo MH370 si sia potuto infiltrare fino al Golfo del Bengala usando il volo SIA68 come perfetta copertura radar, uscendo poi dalla sua ‘ombra’ e potendo cosi’ probabilmente atterrare nel Nord dell’India o in Afghanistan”. La complessa ricostruzione ha comunque lasciato perplessi diversi piloti interpellati da testate di mezzo mondo, come ad esempio alcuni media malesi e australiani. Nessuno pero’ ha affermato che una simile manovra risulti impossibile da eseguire.