Le chiamate fatte verso 19 cellulari appartenenti ai passeggeri del Boeing 777 scomparso sabato sembrano raggiungere il numero contattato, che squilla a vuoto. A riferirlo sono stati i parenti di persone che si sono imbarcate sul volo della Malaysian Airlines. Un fatto sul quale gli esperti contattati dal quotidiano francese ‘Le Figaro’ forniscono due possibili spiegazioni. La prima e’ quella secondo cui i cellulari restano effettivamente raggiungibili. Questo implicherebbe che gli apparecchi si trovino in prossimita’ di un ripetitore, quindi al suolo, o su rottami in superficie vicino alla costa (alcune antenne di telefonia mobile hanno una portata di 10 chilometri). Questo significa anche che i cellulari dispongono di un’autonomia di diversi giorni. L’altra ipotesi e’ un po’ piu’ tecnica: il cellulare da cui parte la chiamata squilla per un periodo di latenza tra il suo inizio e il momento in cui questa arriva effettivamente a destinazione. In pratica, squilla per il tempo necessario a raggiungere un primo ripetitore. Successivamente la rete “cerca” il telefono del destinatario e la chiamata arriva a destinazione solo nel momento in cui lo rintraccia. Uno sfasamento tecnico che verrebbe accentuato dall’origine dei diversi abbonamenti delle persone a bordo del volo. Le chiamate partono da una rete cinese che non e’ necessariamente quella scelta dai destinatari delle telefonate. Una spiegazione tecnica, sottolinea il quotidiano, che lascia poco spazio alla speranza e che chiarirebbe anche il motivo per cui e’ impossibile geolocalizzare quei telefoni.