Un consulente della Tepco, la società che gestisce la centrale nucleare di Fukushima in Giappone, ha ammesso ieri che l’azienda “può non avere avuto altra scelta al di fuori di quella di scaricare centinaia di migliaia di tonnellate di acqua contaminata nell’Oceano Pacifico“. Parlando ai giornalisti in visita alla centrale alla vigilia del terzo anniversario del terremoto e dello tsunami del marzo 2011, Dale Klein ha spiegato che la Tokyo Electric Power deve ancora fornire rassicurazioni all’opinione pubblica sulla gestione della fuga di acqua radioattiva in mare che continua ad ostacolare i lavori di manutenzione del sito.
“La strategia a lungo termine della Tepco sulla gestione dell’acqua radioattiva è una questione che mi tiene sveglio di notte“, ha spiegato Klein, ex presidente della Commissione per la regolamentazione nucleare degli Stati Uniti. “Immagazzinare enormi quantità di acqua in loco non è sostenibile. Un rilascio controllato è molto più sicuro che mantenere l’acqua in loco“, ha commentato, secondo quanto si legge sul quotidiano britannico The Guardian.
“È frustrante che l’azienda faccia quattro o cinque passi in avanti e poi due indietro. E ogni volta che si ha una perdita, questa contribuisce a una mancanza di fiducia. C’è spazio per un miglioramento su tutti i fronti“, ha concluso Klein.