I temi della 3^ Giornata della meteorologia, sabato 8 marzo “Capire il tempo che farà.. per vivere più sicuri”

MeteoWeb

Anteprima Giornata – Ecco un pò di numeri per capire il perchè del Tema: “Capire il tempo che farà.. per vivere più sicuri”. Dai venti a oltre 300 km/h del Tifone Haiyan , agli oltre 1000 mm di pioggia caduti in un mese a casa nostra..Dopo uno strano inverno..una primavera?

La meteorologia spesso da i numeri infatti il concetto di tempo che farà anche nell’era delle nuove tecnologie è spesso associato alla cabala delle combinazioni stile lotto.

Alcuni numeri proviamo a darli anche noi: piogge alluvionali nella parte meridionale dell’Africa ed in Bolivia, forti venti ed inondazioni in Gran Bretagna, eruzione vulcanica sull’ isola di Giava. A largo del Madagascar l’ennesima tempesta tropicale della stagione mentre il gelo la fa da padrone dalla Slovenia al Turkmenistan e le bufere di neve hanno paralizzato la costa orientale degli Stati Uniti e il Giappone. Siccità nell’ Africa sub-sahariana e in California.

Più che numeri sono un vero e proprio bollettino di guerra. In questo contesto la fragilità del sistema dei trasporti viaggia al passo con quella delle altre opere dell’uomo: 70.000 voli nazionali cancellati negli Stati Uniti di cui 14.000 in una sola settimana , aeroporti chiusi per la cenere vulcanica a Giava e disagi e cancellazioni in Gran Bretagna e Francia a causa delle piogge e di venti a più di 150 Km/h. Non va meglio al traffico stradale eferroviario semi-paralizzato o a quello marittimo che deve fare i conti con la furia dei marosi.

Nell’immagine meteonetwork precipitazione rilevata dalla rete amatoriale tra fine Gennaio ed inizio Febbraio 2014.Ecco un esempio di come il volontariato può integrare in modo efficace l’informazione meteorologica e servire come strumento di monitoraggio e prevenzione

E il bel paese?

In questa Italia con inverno sinora assente oltre alle temperature elevate, la circolazione mediamente atlantica ha causato precipitazioni frequenti ed abbondanti (1200 mm in Toscana, 900 mm sul Levante Ligure gli accumuli degli ultimi 45 giorni), con conseguenze nefaste in molte regioni d’Italia: lefrane in Ligurial’alluvione in Emilia, le esondazioni e gli allagamenti in Friuli, Toscana e Lazio. Le Alpi hanno ricevuto nevicate eccezionali, tra le Alpi Carniche e Giulie si arriva ad accumuli di 5 metri sotto i 2000 m di quota.

Grazie all’ampia offerta di siti e portali che dissertano a 360° sulla materia, molto spesso in modo molto poco scientifico in questi ultimi anni è nata una vera e propria fobia/mania per le previsioni meteorologiche. L’alta accessibilità all’informazione ha fatto proliferare in questi ultimi anni , fenomeno tra l’altro quasi esclusivamente italiano, sul web tutta una serie di cassandre, santoni, indovini della web meteo. La scusa comune è sempre quella di avvicinare la gente comune alla materia.

Un conto è usare un linguaggio semplice ed intuitivo per spiegare nei limiti di una scienza ancora altamente inesatta, la meteorologia, la possibile evoluzione meteorologica. Un altro è quello fare una meteorologia urlata, ogni evento meteo diventa una potenziale bestia da sbattere in prima pagina e se poi si urla troppo forte e ci si sbaglia, le colpe sono dell’imprevedibilità di quella scienza che si sta prendendo per i capelli. Nascono così i “mostri”anticiclonici le bombe d’acqua o le nevicate epocali .Le nebbie però ( che sono divenute anche in pianura delle rarità nel clima degli ultimi anni ) di inverno le abbiamo sempre avute, la neve è sempre scesa più o meno copiosa.

La pioggia quella si che continua a fare paura e tra breve lo farà ancora di più quando la abbondante neve in scioglimento presente sulle nostre Alpi complice il rialzo termico. Quello che è realmente cambiato oltre al clima è la sensibilità con cui i media assimilano e distribuiscono le notizie, anche quelle legate al meteo.

Oltre alle profonde ferite che lascia nel tessuto sociale ed economico il lato più doloroso è rappresentato dalla perdita di vite umane.

Nell’immagine impatto del tifone nella zona di Tablocan con l’altezza delle onde sviluppatesi a causa del successivo Tsunami

Pensate che quello che vi abbiamo descritto sia il massimo che la furia degli elementi naturali possa scatenare? Ebbene no. L’8 Novembre 2013 leisole Filippine sono state colpite da uno dei più devastanti tifoni della storia denominato dalla comunità internazionale Haiyan e conosciuto dalla popolazione locale con il nome di Yolanda.

Questo supertifone di categoria 5 cioè con venti che hanno superato i 300 km/h e precipitazioni oltre i 400 mm in poche ore. La bassa pressione registrata appena 895 hPa ha concorso poi nel causare uno Tsunami con onde che hanno superato i 15 m. I meteorofili sanno che questi sono numeri da vera apocalisse meterologica.

Le vittime tra morti e dispersi sono state più di 10.000 e le persone interessate dalla violenza della tempesta più di 12.000.000 , si avete letto bene dodici milioni, di cui oltre 1.000.000 non hanno più nulla, dal poco che possedevano prima.

Vogliamo parlarne? Pensiamo che alle nostre latitudini eventi estremi eccezionali non possano mai succedere? I fatti sono sotto gli occhi di tutti e previsioni accurate sono possibili a patto che lo sia anche l’informazione vista come strumento di prevenzione e non solo come scoop. Questo e molto altro nei temi scelti per la giornata della meteorologia 2014.

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