Un altro astronomo alla ricerca del famoso pianeta fu’ Robert Sutton Harrington (1942-1993), collaborando con Thomas C. Van Flandern (1940-2009). Questo ricercatore americano lavorava allo United States Naval Observatory (USNO), suo padre era un archeologo, lo sottolineo perche’ anche uno storico orientalista, Zecharia Sitchin (1920-2010), tradusse da antichi reperti che il popolo Sumero era gia’ a conoscenza del decimo pianeta e addirittura parlava di essere viventi su quel pianeta che in realta’ sarebbero i nostri progenitori….
Nel 1989, Harrington, nell’articolo “Search for Planet X” (Ricerca per il Pianeta X), afferma che l’esistenza del Pianeta X e’ stata predetta dai calcoli sulle perturbazioni sulle orbite di Urano e Nettuno. Inoltre esso asserisce che il pianeta e’ visibile nell’emisfero sud e soprattuto durante la stagione estiva (“in the northern summer season”). Una ricerca era attiva sin dal 1978 usando strumenti in Cile e poi sistematicamente dal 1986 in Nuova Zelanda (USNO Black Birch Astrometric Observatory). Di nuovo nel 1991 , Harrington, nell’articolo con lo stesso titolo del precedente articolo citato, “Search for Planet X” (Ricerca per il Pianeta X), presenta l’osservazione di una regione dove il pianeta avrebbe dovuto essere in base ai suoi calcoli basati sulle perturbazioni osservati sui moto di Urano e di Nettuno. In questo articolo dice dove il pianeta dovrebbe essere e che aspettava a Washington (Stati Uniti) le immagini fotografiche prese da un telescopio in Nuova Zelanda, per studiarle e vedere se vi si ritrovava il pianeta (a quel tempo non c’erano le email, nè immagini digitali).
Ma tornando indietro, nell’articolo del 1988, ne da’ addirittura i dati di posizione e massa. Un pianeta con massa 4 volte quella terrestre, che ruota ad una distanza media di circa 101 unita’ astronomiche, facendo un’intera orbita attorno al Sole in 1019 anni. Purtroppo Harrington mori’ prematuramente di cancro esofageo a soli 51 anni.
Un astronomo italiano, anche lui purtroppo deceduto prematuramente (sempre di cancro), Giacomo Giampieri (1965-2006), insieme a J. D. Anderson e E. K. Lau (nel 1999), ne ipotizzo’ che la deviazione della Pioneer 10 (che ora sembra sia dovuto solo ad un fattore termico) era dovuta dall’azione gravitazionale di un grande pianeta nel sistema solare esterno, un incontro a 56 unita’ astronomiche. Questa, una sua affermazione alla BBC nel 1992: “It is a very neat signal” (E’ un segnale chiaro). Per chi ha confidenza con l’inglese legga su questo link: Old spacecraft makes surprise discovery.
P. Whitmire e J. J. Matese, due astronomi americani, il secondo ora in pensione, affermano che il decimo pianeta potrebbe essere una concausa di possibili periodici flussi cometari all’interno del sistema solare, nell’articolo del 1985 “Periodi comet showers and Planet X”. Anche loro parlano di un pianeta con massa da una a cinque volte quella della Terra. Nel 2011, presentano pure un lavoro all’EPSC, una conferenza europea-americana a Nantes (a cui anche l’autore di questo articolo ha partecipato con un suo lavoro su asteroidi nella Fascia Principale che possono anche colpire la Terra) in cui affermano la possibile esistenza di un corpo celeste compagno del Sole (http://adsabs.harvard.edu/abs/2011epsc.conf…75M).
P. S. Lykawka and T. Mukai (2008) in “An Outer Planet Beyond Pluto and the Origin of the Trans-Neptunian Belt Architecture” (un pianeta esterno oltre Plutone e l’origine dell’architettura della Fascia Trans-Nettuniana) ne parlano pure.
E infine l’astronomo brasiliano Rodney Gomes nel 2012, dell’Osservatorio Nazionale del Brasile. Modellando le orbite di 92 oggetti della Fascia di Kuiper, una regione esterna del sistema solare dopo Nettuno, trovo’ 6 orbite molto piu’ allungate di quelle previste. Da cio’ concluse che questo effetto puo’ essere dovuto solo alla spinta gravitazionale di un companio planetario esterno, come un pianeta della grandezza di Nettuno a 1500 unita’ astronomice o di un oggetto grande come Marte a 53 unita’ astronomiche, molto vicino quindi alle 56 unita’ astronomiche che citava l’astronomo Giacomo Giampieri, considerando la famosa deflessione dall’orbita predetta della Pioneer X…e di nuovo la X ci torna a capo!