Alle 17:57 di oggi, avverrà il tradizionale passaggio di consegne tra la stagione invernale e quella primaverile, in quello che viene comunemente definito come equinozio di primavera. La Terra ruota sul suo asse polare una volta ogni 24 ore, causando l’alternarsi del giorno e della notte, e lungo la sua orbita intorno al Sole una volta ogni 365,25 giorni, determinando il ciclo annuale delle stagioni. Ed è proprio l’intersecazione di tali movimenti a determinare l’Equinozio.
La mole della Terra consente alla sua massa di avere un potente effetto giroscopico, per cui i suoi poli puntano sempre nella stessa direzione. Il moto di rivoluzione della terra intorno al Sole non ha alcun effetto sulle stagioni, a differenza dell’inclinazione dell’asse di rotazione, inclinato di 23°27? rispetto alla perpendicolare al piano dell’eclittica. Due volte all’anno, in occasione dell’equinozio, il sole attraversa l’equatore celeste, passando dall’emisfero nord a quello sud, o viceversa. Questi due passaggi sono molto importanti per gli abitanti della Terra, perché segnano il cambiamento nell’inclinazione dei raggi solari, che diviene perpendicolare all’Equatore, variando la temperatura media. Cio’ significa che se un ipotetico osservatore dovesse trovarsi in quel momento al punto che segna esattamente il Polo nord, vedrebbe una palla rossa all’orizzonte tagliata a meta’ per tutte le 24 ore successive. L’inverno quindi comincia a salutare l’emisfero boreale, dove i giorni stanno divenendo sempre più lunghi e le temperature sempre più miti, in un ciclo che si ripete sin dalla notte dei tempi.
Il termine equinozio deriva dal latino “equinoctis” e significa “notte uguale” al giorno, che allude alla durata del giorno e della notte identici per tutto il globo. In realtà la definizione è puramente teorica. Gli effetti della rifrazione atmosferica, il semidiametro del Sole e la parallasse solare, infatti, fanno sì che negli equinozi la lunghezza del dì ecceda quella della notte. Il Sole sorge quasi ad est e tramonta quasi ad ovest; ma non esattamente, in quanto l’equinozio è un preciso istante che può coincidere con uno solo dei due eventi, ma non prodursi due volte nell’arco di 12 ore. Ma alcuni miti astronomici sono duri da sfatare. Uno tra questi è che la regione artica, nel corso dell’anno, vive sei mesi di luce e sei mesi di oscurità. Un evidenza che i libri di geografia, i vari articoli e le guide turistiche continuano a riportare, in quanto valutano il termine “notte” come la presenza del Sole sotto l’orizzonte. In realtà quando il Sole scende di poco sotto la linea dell’orrizonte, si ha il fenomeno del crepuscolo. Ogni volta che il bordo più alto del Sole è inferiore a 18 gradi sotto l’orizzonte, si verifica il limite del crepuscolo astronomico, oltre al quale ne esistono altri due tipi: quello civile, che si verifica quando il Sole è sotto di 6°, e quello nautico, ossia quando la nostra stella scende a 12 gradi sotto l’orizzonte. Durante il primo è ancora possibile continuare la maggior parte delle attività quotidiane all’aria aperta, ma è soltanto dal secondo che si comincia a delineare l’oscurità.