Le chiamate di emergenza e i satelliti Gps possono individuare esattamente dove ci troviamo; durante i voli possiamo seguire che luogo stiamo sorvolando in quell’istante; le reti WiFi comunicano a Google dove ci troviamo, in modo che ci possa consigliare dove andare a mangiare e a bere. Di fronte a tutta questa tecnologia, come è possibile che non si riesca a capire che fine abbia fatto il volo 370 di Malaysia Airlines, scomparso da tre giorni con a bordo 239 passeggeri?
In primo luogo ci dobbiamo chiedere che cosa è successo ai radar: il problema è che questi dispositivi hanno delle zone grigie, soprattutto quando i velivoli viaggiano in mare aperto. In questo caso i piloti devono usare segnali radio per riuscire a comunicare fino all’arrivo del nuovo radar. Il contatto con il volo di Boeing è stato perso forse quando l’aereo è entrato nel territorio vietnamita lasciando la Malesia.
Il Washington Post si chiede se le mappe che i passeggeri vedono durante la loro permanenza a bordo possano essere utili per ricostruire il disastro. Anche in questo caso la risposta è negativa: le immagini sono l’insieme di informazioni prese da stazioni di terra. Se anche dovessero essere trovate non svelerebbero alcun dettaglio. Qualcuno avrebbe potuto spegnere i radar di emergenza, ma siccome nessuno ha inviato richieste di aiuto, e sembra che a bordo non ci siano stati attacchi terroristici, per quale motivo qualcuno avrebbe dovuto spegnere il dispositivo? Oltre a questo, neppure i cellulari possono essere rintracciati per capire gli ultimi movimenti del Boeing? Il Washington Post nega anche questa possibilità visto che se i telefonini si trovano in zone senza copertura non possono essere rintracciati. E neppure la tecnologia Gps può essere d’aiuto visto che l’assenza di rete disabilita anche la localizzazione satellitare. Un’ancora di salvezza sarebbe rappresentata dai sistemi WiFi, ma sembra che la compagnia aerea coinvolta non offrisse questo servizio ai suoi passeggeri come invece avviene per molti operatori americani o europei. Ma in tutto questo ci sarebbero altre tecnologie in grado di controllare sempre (e senza buchi) i movimenti di un aereo? La Federal Aviation Administration, l’agenzia federale che si occupa di controllare il traffico aereo, vorrebbe adottare sistemi di controllo che usano i satelliti a bordo dei velivoli. Sono strumenti in grado di sapere sempre in quale luogo si trova un aereo, anche se in mare aperto: usandolo insieme a un altro sistema (l’Ads-b) sarebbe possibile tenere sotto controllo da terra il volo. Le autorità americane che si stanno occupando delle ricerche del Boeing hanno anche controllato i loro satelliti spia, ma non hanno trovato alcuna immagine capace di sciogliere il mistero del volo Malaysian Airlines.