Dal Piemonte alla Sicilia, la situazione e’ la stessa: alberi da frutto in fiore, mimose nei giardini, campi tinti dei colori dell’arcobaleno. Un tipico scenario primaverile se non fosse che susini e albicocchi sono sbocciati in pieno inverno, due settimane prima del giusto periodo stagionale. ”Un anticipo di primavera dovuto alle temperature miti degli ultimi mesi”, osserva Alberto Santini, dell’Istituto per la protezione delle piante (Ipp) del Cnr di Firenze, preoccupato per le conseguenze che quest’improvvisa fioritura, potrebbe avere sui raccolti e, piu’ in generale, sull’ecosistema. ”Bisogna temere improvvise gelate, che potrebbero danneggiare le colture. Inoltre, le temperature insolitamente miti dell’inverno favoriscono la proliferazione di insetti e funghi dannosi per le piante”. L’aumento delle temperature non e’ stato lieve, anzi: lunedi’ 17 febbraio ha raggiunto livelli mai riscontrati prima, 26,3°C a Parma e 27,9°C a Palermo, ben dodici gradi sopra le medie stagionali.
Il cambiamento e’ stato decisamente troppo repentino. ”Il mondo vegetale e’ disorientato e non siamo ancora in grado di prevedere come si adattera’ l’ecosistema, ne’ se i risvolti saranno positivi o negativi”, spiega Elena Paoletti dell’Ipp-Cnr, in un articolo pubblicato sul nuovo numero on line dell’Almanacco della Scienza del Cnr. ”Il rischio e’ che la fioritura e il risveglio degli insetti impollinatori non avvengano piu’ nello stesso periodo, con conseguenze sulla capacita’ riproduttiva delle piante”. Fortunatamente, per il momento, il pericolo per i raccolti sembra contenuto, come spiega Massimiliano Pasqui, dell’Istituto di biometereologia (Ibimet) del Cnr di Firenze: ”Non sono previsti cali vistosi e persistenti di temperatura e, nonostante la pioggia, la tendenza per il mese di marzo e’ per temperature in linea con le medie del periodo”. Ma a cosa ha determinato l’anticipo di primavera che ha portato le temperature 5-6 gradi al di sopra della norma stagionale? ”Il comportamento anomalo del vortice polare e’ stato tra i responsabili piu’ evidenti di questa circolazione atmosferica che ha portato freddo record negli Stati Uniti centro-orientali e clima mite e piovoso in Europa”, conclude Pasqui. ”Il frequente passaggio di perturbazioni atlantiche infatti ha portato sulle nostre regioni umidita’ e pioggia, ma anche richiamato aria piu’ mite dal Nord Africa”.