Nel nostro Paese il dolore cronico colpisce il 58% degli anziani e tra il 15 e il 20% dei bambini, eppure i pazienti spesso non sanno quando e a chi rivolgersi. Questo il quadro emerso dall’ottava edizione del congresso ‘Malattia dolore e rete territoriale’, in corso oggi e domani all’ospedale Niguarda di Milano e patrocinato dalla onlus Nopain (Associazione italiana per la cura della malattia dolore). Nel paziente anziano l’insorgenza del dolore cronico e’ un problema sanitario importante, visto che colpisce il 58% di questa fascia di popolazione e provoca limitazioni in tutti i campi della vita, da quella familiare a quella lavorativa e sociale. L’artrite/artrosi e’ la principale causa di dolore (45%), seguita dall’ernia del disco (12%), dalle lesioni traumatiche (10%) e dall’artrite reumatoide (8%). Oltre al dolore fisico, negli anziani affetti da queste patologie risulta predominante il disagio psicologico e il senso di isolamento e di abbandono che ne consegue: il 52% si ammala di depressione reattiva, mentre il 40% diventa esageratamente ansioso. La maggior parte degli anziani si rivolge al medico di famiglia per un aiuto terapeutico, mentre solo il 10% ricorre allo specialista algologo. Il responsabile della struttura di terapia del dolore del Niguarda, Paolo Notaro, ha denunciato che l’applicazione della legge sulla cura del dolore “in Italia e’ ancora drammaticamente parziale”, visto che “la maggior parte dei pazienti con dolore refrattario non sa a chi rivolgersi”, non e’ informata ne’ “sulla patologia di cui e’ affetta” ne’ “sulle opzioni terapeutiche tecnologiche, farmacologiche e integrative disponibili”. Tra i fattori che rendono critica l’applicazione della legge ci sono la mancanza di risorse, l’assenza di una standardizzazione condivisa dei percorsi diagnostici e terapeutici e, inoltre, il ritardo nella creazione di una rete ospedale-territorio per la terapia del dolore.