Tachicardia: cause, tipologie, sintomi, diagnosi, cura e prevenzione

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TACHICARDIA COPLa tachicardia, da greco tachys (rapido, accelerato) e karia (del cuore), è un ritmo cardiaco accelerato, che supera il valore di 100 pulsazioni a minuto a riposo o, più correttamente, che supera i valori normali dell’individuo a riposo. Infatti, non trattandosi di valori fissi, spesso chi pratica attività fisiche aerobiche regolarmente, può avere valori molto più bassi.

CAUSE: In una persona sana, la tachicardia compare di solito sotto sforzo, quando il cuore viene stimolato a contrarsi più rapidamente per accrescere l’afflusso di sangue ai muscoli, necessitando esso stesso di una maggiore quantità di sangue, ossigeno, energia e altri nutrienti rispetto ad un muscolo sottoposto ad uno sforzo inferiore. Qualsiasi farmaco, condizione o malattia in grado di interferire con la normale attività elettrica del cuore può essere responsabile di tachicardia: tabagismo, alcolismo, eccessivo consumo di caffè o altri alimenti nervini, abuso di droghe ricreazionali (cocaina o amfetamine), alterazioni elettrolitiche, eccessivo stress o ansietà, ipertiroidismo, tireotossicosi, ipertensione, febbre, anemia, malformazioni congenite del cuore o suo danneggiamento da parte di particolari malattie (es. un progressivo infarto cardiaco, miocardiopatia, scompenso cardiaco).
TACHICARDIA 1TIPOLOGIE: Esistono diverse forme di tachicardia, distinte a seconda della causa che le provoca e alle condizioni con cui si manifesta. Generalmente si distinguono tre principali tipologie di tachicardia: sinusale o normotropa, dove l’aumento dell’attività del nodo senoatrale può portare ad un’eccessiva stimolazione della contrazione cardiaca, ma  essa può anche derivare dall’attività elettrica di cellule presenti al di fuori del normale tempo fisiologico. Una particolare forma di tachicardia sinusale è il cardiopalmo, meglio nota come “sensazione del cuore in gola”, in cui si avverte una sensazione di eccessivo rallentamento o, al contrario, di una forte accelerazione o irregolarità del battito cardiaco; eterotopa, suddivisa in sopraventricolare (diffusa soprattutto tra i soggetti giovani, che si manifesta con una frequenza cardiaca rapida compresa tra i 140 e i 180 battiti al minuto) e ventricolare (diffusa nei soggetti anziani, con una frequenza cardiaca compresa tra 140 e 220 battiti al minuto); atriale (caratterizzata da un battito cardiaco irregolare in cui gli atri pulsano in modo rapido, tra i 300 e i 600 battiti al minuto, e anomalo).

TACHICARDIA 2SINTOMI: I sintomi della tachicardia variano a seconda della frequenza raggiunta dal battito cardiaco. Il paziente può avvertire: palpitazioni, dispnea, vertigine, debolezza, stordimento, perdita di coscienza, dolore toracico nel caso di frequenza elevatissima o coesistente cardiopatia ischemica. In alcune persone, invece, la tachicardia è del tutto asintomatica e viene diagnosticata occasionalmente durante accertamenti di routine.

DIAGNOSI: Il medico può diagnosticare la tachicardia in base alle risposte alle domande su sintomi, ad un esame fisico e alle prove del cuore. I test più comuni sono: elettrocardiogramma (ECG), uno strumento che utilizza sensori di piccole dimensioni (elettrodi) attaccati al petto e alle braccia per registrare i segnali elettrici mentre viaggiano verso il cuore. In questo modo il medico può stabilire il tipo di tachicardia e le anomalie cardiache che contribuiscono ad una frequenza cardiaca veloce. Possono anche essere utilizzati apparecchi portatili ECG a casa, che comprendono: Holter, un dispositivo portatile ECG che viene portato in tasca o indossato su una cintura o tracolla per registrare l’attività del cuore per un intero periodo di 24 ore; Event recorder, un dispositivo portatile ECG ha lo scopo di monitorare l’ attività cardiaca nell’arco di poche settimane ad alcuni mesi. Il medico può raccomandare un test elettrofisiologico per confermare la diagnosi o per individuare la posizione dei problemi nel circuito nervoso del cuore, infilando dei tubi flessibili (cateteri) con elettrodi attraverso i vasi sanguigni di vari punti del cuore che, una volta sul posto, mappano con precisione la diffusione degli impulsi elettrici nel corso di ogni battuta e identificano anomalie nel circuito. Infine, la Prova del tavolo inclinato; un test che aiuta il medico a capire meglio come la tachicardia contribuisca a causare gli svenimenti. Sotto attento monitoraggio, al paziente verrà somministrato un farmaco che provoca un episodio di tachicardia. Egli sarà posizionato su un tavolo speciale, inclinato, quasi in posizione verticale e il medico osserverà come il cuore e il sistema nervoso risponderanno a questi cambiamenti di posizione.

TACHICARDIACURA: L’obiettivo principale del trattamento della tachicardia è rallentare la frequenza cardiaca e ciò è possibile mediante diverse opzioni terapiche: con la somministrazione di farmaci specifici (antiaritmici, calcio antagonisti e beta bloccanti), manovre mediche (es. manovra di Valsava), applicazione di sacchetti del ghiaccio sul viso, elettroconversione con il defibrillatore, ablazione chirurgica (micro-elettrocateteri inseriti nei vasi sanguigni che giungono fino al cuore); impianto di cardioverter-defibrillatori o peacemaker; piccoli congegni elettrici che ripristinano la fisiologica frequenza cardiaca, bloccando le tachi-aritmie sul nascere.

PREVENZIONE: Per prevenire la tachicardia occorre: vivere una vita sana, facendo un esercizio fisico regolare e mangiando alimenti poveri di grassi e ricchi di frutta, verdura e cereali integrali; mantenere un peso sano; tenere la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo sotto controllo; smettere di fumare; bere con moderazione alcolici, non usare droghe ricreative, utilizzare con cautela farmaci senza prescrizione (es. farmaci per tosse contengono sostanze stimolanti che possono innescare un rapido battito cardiaco, per cui occorre rivolgersi al medico, chiedendogli quali farmaci devono essere evitati), limitare la caffeina, controllare lo stress imparando tecniche per gestirlo in modo sano, fare regolarmente esami fisici, segnalando eventuali sintomi al medico; monitorare e curare le malattie cardiache già esistenti.

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