Tumori, Amanda Sandrelli e Prandelli con la fondazione Veronesi: “guarire si può”

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Amanda SandrelliNon parla volentieri dei suoi “fatti personali” l’attrice Amanda Sandrelli. Ma oggi a Milano, nelle vesti di testimonial della Fondazione Umberto Veronesi, fa un’eccezione e lascia trapelare nelle sue parole solo qualche sprazzo di un’esperienza che l’ha toccata in prima persona: una diagnosi di tumore al seno. “Un micro-nodulo, una cosa molto piccola – spiega – scoperta molto precocemente, allo stadio iniziale, e risolta solo con l’aiuto della chirurgia. Cio’ non toglie che anche solo la parola cancro fa paura, soprattutto alla mia generazione che ha vissuto anni” in cui il tumore era uno spettro quasi invincibile, inguaribile. La reazione dell’attrice? “Non volevo saperne, ho provato una reazione fisica di allontanamento. Non volevo ascoltare parole ne’ vedere carte. Le parole hanno un peso, contano per i pazienti. Io ero abituata ad affrontare le difficolta’ della vita a muso duro, eppure mi sono inizialmente paralizzata di fronte alla scoperta della malattia”. Sandrelli si e’ curata a Milano, e’ una “paziente di Umberto Veronesi” e dice letteralmente di provare “un amore sviscerato” per l’oncologo. “Perche’ lui si e’ battuto per preservare l’integrita’ corporea della donna, il cuore della sua femminilita’. Ha lottato contro tutti e tutti per introdurre un nuovo approccio per curare si’, evitando pero’ l’asportazione totale del seno. E’ stato un regalo alle donne. Veronesi e’ un medico che si pone il problema di come una persona vivra’ con il cancro. Serve umanita’ per affrontare il dolore delle persone”. Se Sandrelli ha scelto di parlare della sua storia, “e’ solo perche’ spero che questa mia esperienza possa servire ad altre donne. Sono fatti miei ma voglio far sapere ad altre pazienti che si puo’ fare, si puo’ uscire” dal tunnel del cancro. L’attrice e’ testimonial di ‘Pink is Good’, progetto attraverso cui si realizzera’ un’attivita’ di sensibilizzazione rivolta alle donne. La Fondazione Veronesi finanziera’ 10 borse di studio per ricercatori specializzati nel cancro alla mammella in forze in diversi centri italiani, con il sostegno di una cordata di aziende italiane che hanno dedicato un loro prodotto alla campagna.
Ma oggi a Milano la Fondazione ha schierato anche altri testimonial ‘vip’: le sorelle Margherita e Teresa Maccapani Missoni, il Ct della Nazionale Cesare Prandelli, il ‘ricercatore chef’ Marco Bianchi. Prandelli, in un videomessaggio diffuso nel corso della presentazione dei progetti, racconta con orgoglio la sua vita da ex tabagista, “felice di essere finalmente libero dal fumo. Fare prevenzione e parlare di corretti stili di vita e’ davvero molto importante”, assicura. La sua presenza ricorda le iniziative della Fondazione Veronesi legate al progetto di comunicazione integrata ‘No smoking be happy’, che comprendono laboratori interattivi, incontri e la mostra multisensoriale itinerante per toccare con mano i danni da fumo. Le sorelle Maccapani Missoni saranno “ambasciatrici” per il progetto dedicato all’infanzia ‘Gold for Kids’, nuovo marchio nato nel 2014 per sostenere le cure mediche e promuovere l’informazione e la divulgazione scientifica in tema di tumori infantili. “Da quando ho avuto un bimbo 6 mesi fa sono ancora piu’ sensibile alle problematiche legate all’infanzia. Mi commuovo non appena sento racconti” di malattia che toccano i piu’ piccoli. “Mi e’ venuto spontaneo accettare la proposta di fare da testimonial per la Fondazione Umberto Veronesi. Mi e’ piaciuto il fatto che gli obiettivi che propongono sono chiari e concreti. Mi e’ sembrato di poter fare qualcosa di utile e spero di iniziare subito a sostenere l’attivita’ di questa realta’ con le mie risorse e le mie armi”.

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