6 Aprile 1896: esattamente 118 anni fa iniziavano i primi Giochi Olimpici di epoca moderna ad Atene

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Il 6 aprile 1896 vennero ufficialmente aperti i primi Giochi olimpici della storia contemporanea; era il lunedì dell’Angelo, sia per la Chiesa cattolica che per la Chiesa cristiana ortodossa, oltre che l’anniversario dell’indipendenza greca.

Una mistica coincidenza per il ripristino di questa importante tradizione agonistica che era assente dalla scena europea dal 393 D. C. quando l’imperatore Teodosio I abolì la competizione greca che allora vedeva sfidarsi atleti e ginnasti della varie polis elleniche.

Le Olimpiadi moderne legano la loro piena realizzazione alla personalità dello storico e pedagogo nonché aristocratico barone francese Pierre de Frédy, barone di Coubertin (nella foto a Destra), che cercando una spiegazione alla sconfitta francese nella Guerra franco-prussiana, giunse alla conclusione che gli sconfitti non avevano ricevuto un’educazione fisica adeguata, e si impegnò per migliorarla. Il barone, inoltre, voleva anche trovare un modo per avvicinare le nazioni e per permettere ai giovani di tutto il mondo di confrontarsi in una competizione sportiva, piuttosto che in guerra.

Ebbe così l’idea di far rivivere i Giochi olimpici, che erano stati vietati nel 393 dall’imperatore Teodosio I, attraverso un grande evento internazionale, che riguardasse gli sport più importanti dell’epoca.

Il congresso che ufficializzò la rinascita dei giochi avvenne qualche anno prima, il 23 Giugno 1894 a Parigi, quando appunto nacque il Comitato Olimpico Internazionale.

Il 25 novembre 1892, per celebrare il quinto anniversario della fondazione dell’Union des sociétés françaises de sports athlétiques, il barone francese riunì intellettuali e uomini illustri francesi dell’epoca, presso l’anfiteatro della Sorbona di Parigi, per informarli del suo desiderio di attribuire maggior rilievo all’educazione fisica nelle scuole, concludendo il suo discorso con un accorato appello per il rinnovamento degli antichi Giochi olimpici.

L’appello del barone trovò una calda risposta di carattere internazionale, e secondo le fonti dell’epoca, tanti club sportivi delle maggiori potenze europee e mondiali dell’epoca accorsero a Parigi per definire i dettagli della nascente gara olimpica moderna,

La scelta delle sede dei giochi fu molto dibattuta e molte nazioni volevano ottenere il privilegio di ospitare i giochi. Vennero proposte sede come Londra e Parigi, ma lo stesso de Coubertin propose Atene come città ospitante, probabilmente per il fatto che fosse la patria delle antiche Olimpiadi, e la sua proposta che venne accolta all’unanimità dai rappresentanti presenti al congresso.

Anche all’epoca, la Grecia era minacciata da una situazione economica instabile e perseguitata dall’ombra dell’imminente bancarotta. Quindi, i governi e gli economisti dell’epoca, conti alla mano, non erano certi di poter finanziare i Giochi, che avevano però già riscosso tanto entusiasmo presso il popolo greco.

Alla fine la famiglia reale greca accettò di sostenere il progetto, e nel 1895 venne annunciato che il principe ereditario Costantino avrebbe assunto la carica di presidente onorario del comitato organizzatore.

La prima occupazione del principe Costantino fu di cercare i fondi necessari per poter organizzare le Olimpiadi, facendo affidamento sul sentimento patriottico del popolo greco per motivarlo a fornire il denaro richiesto. Per questo motivo, il 24 novembre 1894, nacque il Comitato Olimpico Ellenico, il primo comitato olimpico nazionale della storia. L’entusiasmo di Costantino convinse numerosi connazionali a contribuire, ottenendo circa 330.000 dracme. Venne inoltre commissionata una speciale serie di francobolli, la cui vendita avrebbe portato ulteriori introiti per oltre 400.000 dracme, mentre la vendita dei biglietti per assistere alla cerimonia di apertura e alle gare ne portò ulteriori 200.000.

Chi erano i primi partecipanti? In base al primo regolamento olimpico del 1894, si stabilì che potessero essere ammessi solo gli sportivi dilettanti con la sola eccezione di una gara di fioretto per professionisti, per cui parteciparono alle competizioni studenti, marinai, impiegati e persone che praticavano lo sport solo come passatempo.

Influenzato dalla cultura del suo tempo, il barone de Coubertin escluse dalle gare le donne, poiché si riteneva all’epoca che il genere femminile fosse inferiore rispetto a quello maschile, e per seguire la tradizione dei Giochi olimpici antichi in cui solo gli uomini erano autorizzati a partecipare all’evento.

Tra il 12 ed il 24 novembre 1894, durante una riunione svoltasi ad Atene, si stabilirono le discipline scelte per far parte del ventaglio di gare per la competizione olimpica: erano l’atletica leggera, il canottaggio, il ciclismo, il cricket, l’equitazione, la ginnastica ritmica, la lotta, il nuoto, la scherma, il tennis e la vela.

La scherma fu l’unico sport in cui i professionisti ebbero il diritto di partecipare, in un evento riservato ai maestri di fioretto. Tra le prove di forza, vennero ammessi il sollevamento pesi e la lotta greco-romana, a differenza del pugilato, giudicato privo di nobiltà in confronto alle altre due prove. Il ciclismo, all’epoca la disciplina più popolare, venne inserito nel programma ufficiale, mentre il tiro a segno venne imposto da de Coubertin. Vennero accettati alcuni sport praticati dalle classi medio-basse, come la ginnastica, il nuoto e il canottaggio, così come altre due discipline più nobili, il tennis e la vela.

Atene ha atteso 108 anni prima di ospitare nuovamente le Olimpiadi nel 2004.

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