Aereo malese disperso: il copilota tentò in extremis una chiamata col cellulare

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Il co-pilota del Boeing 777-200 Er della ‘Malaysia Airlines’, svanito in volo oltre un mese fa con 239 persone a bordo, avrebbe cercato di effettuare una telefonata con il proprio cellulare non appena l’aereo devio’ dalla rotta stabilita: lo sostengono fonti investigative riservate citate dal quotidiano ‘New Straits Times’, secondo cui il tentativo di telefonare fu captato da uno dei rice-trasmettitori della compagnia telefonica competente, quando il jet si trovava all’incirca 370 chilometri a nord-ovest della costa dello Stato federato malese del Penang. Era l’8 marzo scorso alle 2 e un quarto del mattino locali, piu’ o meno la stessa ora in cui il velivolo fu avvistato per l’ultima volta dai radar militari. Quanto al motivo per cui la telefonata invece di andare a buon fine s’interruppe, “con ogni probabilita’ fu perche’ il velivolo stava allontanandosi velocemente dal ricevitore, e non era ancora entrato nel raggio d’azione di quello successivo”, e’ stata la spiegazione fornita al giornale. Altre fonti inquirenti, sempre sotto copertura dall’anonimato, hanno confermato che fu davvero captato il cellulare del co-pilota, il 27enne Fariq Abdul Hamid, puntualizzando peraltro che cio’ avvenne verosimilmente per il solo fatto che l’apparecchio era acceso, e non perche’ fu in concreto utilizzato. Hishammuddin Hussein, ministro della Difesa di Kuala Lumpur con l’interim anche per i Trasporti, ha comunque accolto con freddezza l’indiscrezione che, ha sottolineato, va in primo luogo verificata. “Se davvero si trattasse di quello che e’ successo”, ha tuttavia osservato, “ne saremmo venuti a conoscenza ben prima”.

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