Al momento dell’esplosione la petroliera Haven trasportava 144 mila tonnellate di greggio iraniano caricato nel porto di Karag Island (Iran) e destinato a Genova.
Subito dopo l’esplosione il petrolio iniziò a riversarsi in mare, mentre un vasto incendio creava una enorme colonna di fumo (alta 300 metri) e causava nuove esplosioni che rendevano pericolose le operazioni di contenimento del greggio. La nave venne avvicinata alla costa con dei rimorchiatori, ma nel frattempo si spezzò. Dopo 3 giorni di incendio, la Haven affondò il 14 aprile adagiandosi sui fondali a circa 80 metri di profondità, a circa 1,2 miglia dalla spiaggia di Arenzano.
Soltanto 12 ore prima dell’esplosione sulla petroliera Haven, circa 100 km più a sud avveniva il tragico speronamento del traghetto Moby Prince, che da Livorno si dirigeva verso Olbia in Sardegna. L’incidente, nel quale persero la vita 140 persone (tutti passeggeri e membri dell’equipaggio del traghetto), è considerato ancora oggi uno dei “misteri italiani” a causa dei tanti depistaggi e insabbiamenti che hanno reso difficilissima l’opera investigativa dei magistrati, e a causa delle numerose testimonianze sulla presenza di navi militari nella rada del porto di Livorno al momento dell’incidente. Navi “fantasma” perché invisibili ai radar, e delle quali ancora oggi non si sa quasi nulla (anche se alcuni lavori giornalistici hanno portato un po’ di luce sulla vicenda, svelando scenari inquietanti).