Deve il suo nome al suo patriota Simon Bolivar che guidò la nazione verso l’indipendenza della Spagna nel XIX secolo. La Bolivia si trova nel cuore dell’America Latina, e anche se priva di sbocchi costieri, offre un paesaggio eccezionale ed unico perché alterna alle montagne andine le verdeggianti foreste tropicali. Soprannominata il Tibet del Sud America per via dei suoi elevati altipiani, la Bolivia è uno stato variegato non solo nel clima e nei paesaggi, ma anche nella moltitudine di etnie che lo abitano: oltre ai discendenti spagnoli,il 60% della sua popolazione è costituito da puri discendenti delle antiche popolazioni precolombiane.
Ma con il passere dei secoli non sopravvivono solo gli uomini, con essi sopravvivono e si perpetuano le leggende e i miti precolombiani. Il mito più diffuso è quello de El Tio, una sorta di demone, signore degli inferi e padrone delle montagne. Il demone è anche al centro di una serie di rituali pagani diffusi soprattutto tra i minatori del Cerro Rico, la più grande miniera d’argento del mondo al cui interno è possibile trovare dei fantocci raffiguranti El Tío ai quali i “devoti” offrono varie offerte come alcol, sigarette, foglie di coca per placarne l’ira ed ottenere protezione.
Di recente, è proprio dalle leggende popolari boliviane che prende spunto il video della canzone Naughty boy-La la la di Sam Smith. Osservandolo, il paesaggio, i vestiti e la fisicità degli attori sono tipicamente boliviani; il bambino protagonista del video, invece, ripercorre le avventure narrate da una leggenda diffusasi nell’Ottocento. La leggenda parla di un bambino sordomuto che, dopo aver fatto del bene e dopo aver incontrato alcuni maestri, viene condotto in una grotta abitata dal maligno, e li abbandonato, di cui però non sente le maledizioni, a causa della sordità; pertanto, decide di restare nella grotta e con i suoi gridi avverte chi si avvicina del pericoloso demone nascosto nella caverna.
Oltre alle leggende che sicuramente fanno gola agli antropologi, la Bolivia risveglia la curiosità anche dei naturalisti e dei climatologi.
Si trova proprio in Bolivia la foresta tropicale secca più estesa al mondo nella regione del Chaco; mentre tra le cime superiori ai 6.000 metri, le più alte sono il Sajama (m. 6.542), l’Illampu (m. 6.421) e l’Illimani (m. 6.402).
Con l’eccezione del bacino costituito dal Desaguadero che collega il lago Titicaca al Lago Poopó, la gran parte del territorio è tributario del sistema idrografico del rio delle Amazzoni e, in misura minore, del rio della Plata. Il bacino idrografico più importante è quello del fiume Mamoré.
La Bolivia racchiude tanti microclimi che permettono la coltura di diversi prodotti agricoli in base alle stagioni e alle latitudini come come la patata o l’avena, e perfino la vite e l’olivo, tipici delle zone mediterranee.
La Paz è la capitale boliviana. Il centro della città si trova a quota 3.600 m. All’incirca si tratta della zona che si estende a sud di Calle Sucre fino ad arrivare all’altezza di Plaza del Estudiante, che costituisce il tratto più a sud di El Prado.
Molti edifici storici presenti particolarmente in questa zona della città sono stati distrutti. Tuttavia rimangono ancora numerose tracce architettoniche di quel periodo. Probabilmente la parte coloniale meglio conservata è quella dei dintorni di Calle Jaén. Il Palacio Legislativo e il Palacio Presidencial si affacciano su Plaza Murillo, dove è sita anche la Cattedrale.
La Zona Sopocachi fu la parte chic della città almeno negli anni ’70; ora è la parte commerciale di La Paz ed è dominata da alcuni alti edifici e grattacieli. Nei pressi di questa zona, non lontani dal centro, troviamo quella grande area verde in espansione e ristrutturazione dal 2004, chiamata Parque Urbano Central.
Da non perdere i molti mercatini di La Paz, come il suggestivo Mercato delle streghe (Mercado de las Brujas) dove si possono acquistare amuleti e altri oggetti scaramantici; il Mercato dei fiori, il mercato Lanza, per i generi alimentari e il Mercato Nero dove circola la merce di contrabbando.
Tra i musei, ricordiamo il Museo Archeologico, dove ammirare manufatti della antica civiltà preincaica dei Tiwanaku; il museo della Coca, dedicato alle foglie di coca; e la Casa Museo Nuñez del Prado, della scultrice boliviana Marina Nuñez del Prado.