Clima, studio svedese: per tagliare i gas serra si deve ridurre la produzione di carne e formaggio

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effettoserra2Le emissioni di gas serra derivanti dalla produzione alimentare possono minacciare gli obiettivi internazionali dell`Unfccc di limitare il global warming a 2 gradi Celsius in più. A confermarlo è la ricerca “The importance of reduced meat and dairy consumption for meeting stringent climate change targets”, della svedese Chalmers University of Technology, pubblicata su Climatic Change.
Attualmente, rileva il sito greenreport, le emissioni di CO2 prodotte dall`industria energetica e dei trasporti rappresentano la quota maggiore dell`inquinamento climatico, ma lo studio della Chalmers dimostra che l`eliminazione di queste emissioni non garantirebbe di stare al di sotto del limite di “non ritorno” fissato dall`Unfccc, dato che le emissioni dell`agricoltura minacciano di continuare ad aumentare insieme alla crescita del consumo globale di carne e prodotti lattiero-caseari. Se non viene affrontato il problema delle emissioni agricole, il protossido di azoto proveniente dai campi coltivati e il metano delle emissioni del bestiame potrebbe raddoppiare entro il 2070 e questo da solo renderebbe impossibile rispettare i già più che problematici obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti.
Le carni più pesanti per il clima rispetto al cibo che forniscono sono il manzo e l`agnello/montone e le stime indicano che entro il 2050 la carne di manzo e agnello rappresenterà la metà di tutte le emissioni di gas serra agricole, mentre contribuiranno solo per il 3% all`apporto calorico per gli esseri umani. I formaggi e gli altri prodotti caseari rappresenteranno circa un quarto del totale dell`inquinamento climatico agricolo.

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