Continua a far paura la frana sul versante nordoccidentale del Monte La Saxe, a Courmayeur, in Valle d’Aosta, che da circa due settimane ha fatto scattare l’allerta in tutta la zona. Ieri, intorno alle 13, si è verificato un crollo consistente, stimato in circa qualche migliaio di metri cubi di terra e rocce. Per circa 15 minuti è stata attivata la procedura di emergenza per la viabilità ed è stata sospesa la circolazione veicolare nel tratto terminale della statale 26 di accesso al Traforo del Monte Bianco, che comunque è ripresa regolarmente a partire dalle 15.15. Nel pomeriggio i geologi del dipartimento Programmazione difesa del suolo e risorse idriche dell’assessorato regionale della Valle d’Aosta e tecnici della Protezione civile, hanno effettuato un sopralluogo con un sorvolo in elicottero del versante. Nonostante l’abbassamento dello zero termico, il movimento è proseguito con velocità intorno ai 20 cm/h e sono proseguiti i crolli di dimensioni significative seppur relativamente contenute, il maggiore dei quali è stato registrato poco prima delle ore 19.
LA FRANA CHE DAL 2009 FA PAURA ALLA VALLE – La frana che negli ultimi giorni sta preoccupando Courmayeur, in Valle d’Aosta, non è un fenomeno nuovo. Dal 2009 il Mont de la Saxe è costantemente monitorato con una rete di quattro sistemi distinti e indipendenti, che trasmettono i dati sui movimenti della massa in tempo reale ai tecnici della struttura Attività geologiche dell’assessorato regionale Opere pubbliche. Il fenomeno, spiegano i tecnici comunali, è in continua evoluzione e ha accelerazioni quasi periodiche in corrispondenza del periodo primaverile. I movimenti sono in gran parte controllati dall’afflusso di acque in profondità, soprattutto per quanto riguarda le accelerazioni primaverili, che sono controllate dalle acque di fusione del manto nevoso. Per quanto riguarda il movimento costante, più lento, e che si rileva durante l’intero arco dell’anno, è probabile la correlazione con una circolazione idrica più profonda, rilevata a circa -90 metri dal piano di campagna L’analisi del monitoraggio strumentale e di terreno condotto a partire dal 2009, ha evidenziato che il fenomeno presenta dei settori in movimento più accelerato ed altri più lenti, ma questo, spiegano dal comune, non permette ancora di pre-determinare con precisione se alcuni settori si distaccheranno in maniera autonoma e se, al seguito di distacchi parziali di grossi volumi (di volume superiore a 100.000 metri cubi), il resto della massa non dovesse essere destabilizzato al punto da produrre un crollo totale.
TUTTI I NUMERI DELLA FRANA DI APRILE – Dall’inizio di aprile la frana sul Mont de la Saxe a Courmayeur, in Valle d’Aosta, ha riguardato un volume di terra e detriti compreso tra i 265mila e i 400mila metri cubi. VELOCITA‘ frana. La velocità di frananon è stata costante: dagli 11 millimetri all’ora del 3 aprile, si è passati ai 18 dell’8, fino al metro al giorno del 12 aprile e ai 204 millimetri all’ora del 17. CRONOLOGIA EVENTO. La cronologia del movimento franoso ad aprile 2014 è stata scandita da un’accelerazione costante e dalle conseguenti azioni di prevenzione. Il 3 aprile il comune di Courmayeur ha emesso bollettino di elevazione del livello di criticità; dal 3 al 7 aprile è stata avviata attivazione preventiva sistema Protezione Civile; l’8 aprile è stato comunicato lo stato di probabile crollo imminente, con la chiusura area e l’evacuazione di frazione La Palu. Dal 10 al 17 aprile è stato registrato un aumento delle accelerazioni e l’intensificazione della frequenza dei crolli di massi con il conseguente supporto alla popolazione dei centri abitati limitrofi ma non a rischio. Il 17 aprile è crollata una porzione tra i 5.000 e i 10.000 metri cubi. Il 20 aprile, alle 13, è stato registrato un nuovo crollo di qualche migliaio di metri cubi, seguito ancora dalla frana delle 19 di ieri sera. RESIDENTI EVACUATI. Sono circa 80 finora gli abitanti della zona evacuati a scopo precauzionale. Tentacinque sono stati portati in strutture ricettive dal Comune, mentre altri 45 hanno trovato autonomamente una sistemazione. STRUMENTAZIONE UTILIZZATA. La protezione civile, che coordina le operazioni di monitoraggio e assistenza, utilizza sei telecamere, quattro torri faro per intervenire in caso di interruzione delle linee elettriche, quattro idrovore a monte della zona del previsto collasso, per la gestione post evento dell’eventuale effetto diga. A disposizione, poi, una radio digitale per ogni volontario in servizio, che consente al centro operativo di individuare in real time la posizione sul territorio di ciascun operatore, drone con telecamera finalizzato alla documentazione da vicino delle evoluzioni del versante. In uso anche mezzi meccanici a monte e a valle della zona interessata, per essere pronti ad intervenire post evento, solo dopo che i tecnici avranno verificato la sussistenza delle condizioni di sicurezza, con le operazioni di disalveo della Dora e di sgombero delle strade.