Continua a scivolare a valle a una velocita’ media di quattro metri al giorno lo smottamento di pietre e terra dal Monte di La Saxe, sopra Courmayeur, che tiene con il fiato sospeso il villaggio La Palude. Gli ottanta abitanti del piccolo centro evacuati quasi due settimane fa per ragioni di sicurezza non possono ancora rientrare nelle loro case. Secondo gli esperti la frana potrebbe interessare 400mila metri cubi di terra e c’e’ allerta per il rialzo delle temperature che probabilmente accelerera’ lo smottamento. Alcuni massi hanno raggiunto l’alveo del fiume Dora di Ferret, ma senza causare danni. La frana non preoccupa le auorita’: “Aspettiamo che accada con tranquillita’ e che la natura faccia al piu’ presto il suo corso”, ha detto il sindaco di Courmayeur Fabrizia Derriard, “al momento la situazione e’ stazionaria e monitorata continuamente. Siamo tranquilli perche’ la popolazione che vive nella zona interessata dallo smottamento e’ stata evacuata. E il resto del territorio e’ sicuro”. Per domani e’ confermato l’arrivo del capo della protezione civile Franco Gabrielli, che incontrera’ i vertici della Regione e Franco Rocco, il commissario per l’emergenza della frana di La Saxe. Sono previsti sopralluoghi, incontri e la consegna dei lavori per un vallo di nove metri di altezza e 750 di lunghezza, in minima parte gia’ costruito, che dovrebbe contenere la frana, quando dovesse cadere, e limitare i danni nel caso di uno smottamento piu’ consistente. “Il vallo di protezione – ha spiegato il sindaco Fabrizia Derriard – sara’ lungo 750 metri con base di 20 e altezza massima di 9: e’ un’opera di protezione passiva per garantire la sicurezza della popolazione in caso di crollo. Ci vorranno cinque mesi per portare a termine i lavori, ma siamo organizzati per interventi di emergenza qualora la terra e i sassi ostruissero il flusso della Dora di Ferret e nel caso di una eventuale esondazione del corso d’acqua”. Le persone che sono a Courmayeur, ha insistito il primo cittadino, “sono assolutamente al sicuro: la porzione di territorio interessata alla frana e’ chiusa e non c’e’ timore nelle altre zone”. Qualche timore pero’ c’e’ e riguarda il turismo e l’economia della valle. “A causa di una informazione non corretta che potrebbe circolare – ha concluso il sindaco – l’economia della valle potrebbe avere un calo. Stiamo facendo il possibile affinche’ cio’ non avvenga”. Ieri intanto, per ragioni di sicurezza, per una ventina di minuti e’ stato chiuso il Traforo del Monte Bianco e lo stop alla viabilita’ potrebbe ripetersi anche oggi. La frana, che e’ iniziata nel 2009, e’ monitorata da allora e da gennaio e’ stato dichiarato lo stato d’emergenza con la disposizione di un finanziamento di 8 milioni di euro per interventi di protezioni civile tra cui il vallo di protezione. Ma dall’8 aprile lo smottamento ha accelerato la sua corsa a valle e di conseguenza la necessita’ di mantenere in sicurezza la zona; la situazione e’ monitorata costantemente dalla sala operativa della Protezione civile, i cui esperti sperano la frana venga giu’ il prima possibile per ripristinare la sicurezza dal costone. Al momento il problema principale e’ comunque l’eventuale effetto-diga che si potrebbe creare perche’ ai piedi del monte scorre la Dora di Ferret e le pietre rischiano di bloccare il flusso dell’acqua.