“Quella di Courmayeur e’ la frana piu’ monitorata al mondo”. Lo afferma Stefania Notarpietro, presidente dell’Ordine dei Geologi della Valle D’Aosta. “Alla base e’ prevista la costruzione di un vallo di protezione lungo 750 metri – prosegue la geologa – Servira’, in caso di collasso, a permettere l’evacuazione delle persone. Ma il vallo e’ stato progettato per gestire lo scenario da 1 milione di metri cubi. Un ottavo del volume totale. Il vallo e’, tuttavia, il primo esempio di investimento di ingenti somme per la prevenzione del dissesto. Un buon inizio”. In Italia ben 6 milioni di persone vivono in aree a rischio idrogeologico . Nel nostro Paese sono circa 500.000 i movimenti franosi sui 700.000 in Europa. “L’unica strada per mitigare i rischi idrogeologici in Italia e’ la prevenzione ma per prevenire bisogna conoscere . Non so quanti delle 6 milioni di persone che vivono in aree a rischio idrogeologico ne sono consapevoli”, sostiene Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. ”Le frane sono il nostro pane quotidiano. Siamo abituati a studiare e gestire i dissesti. D’altra parte -prosegue Notarpietro – di frane cosi’ ce ne sono tante altre, anche piu’ grandi, ma non suscitano un clamore tale. Perche’? Perche’ “sotto” non c’e’ Giampilieri, c’e’ La Palud, una localita’ prestigiosa della piu’ nota Courmayeur. La frana in questione cuba 8,3 milioni di metri cubi. E’ una frana complessa, con porzioni al suo interno piu’ attive ed altre ancora quiescenti”. E’ la combinazione di tre fattori che riattiva la frana saltuariamente, secondo il presidente dei geologi della Valle d’Aosta: l’acqua, la temperatura e naturalmente l’acclivita’. L’acqua, lubrificante naturale delle frane di questo tipo, proviene dallo scioglimento della neve e dalle precipitazioni. Anche quest’anno si e’ riattivata ad aprile, come lo scorso anno. “La frana ha un comportamento plastico – spiega Notarpietro – come un ghiacciaio che si muove cosi’ lentamente da non poterne cogliere lo spostamento, ad occhio nudo”. Il 27 giugno tutto il Consiglio Nazionale dei Geologi sara’ insieme all’Ordine dei Geologi della Valle D’Aosta per discutere, con geologi in arrivo da tutte le regioni, della frana de La Saxe e del ruolo fondamentale del geologo per la cura del territorio e la prevenzione del dissesto.