Si è ‘allungata la vista’ del telescopio spaziale Hubble: adesso il più celebre dei telescopi spaziali, gestito da Nasa e Agenzia Spaziale Europea (Esa), può riuscire a catturare le immagini di oggetti 10 volte più lontani rispetto a quanto potesse fare finora. Può anche misurare con precisione la distanza di stelle distanti fino a 10.000 anni luce. E’ possibile grazie alla tecnica messa a punto dal Nobel per la Fisica Adam Riess, dello Space Telescope Science Institute (STScI), in collaborazione con l’italiano Stefano Casertano, dello stesso istituto. Chiamato scansione spaziale, il metodo si basa sul potenziamento della tecnica usata da secoli per misurare le distanze cosmiche chiamata parallasse astronomica. In base al metodo, il diametro dell’orbita terrestre è la base di un triangolo e la stella (di cui va misurata la distanza rispetto alla Terra) è l’apice, ossia ul punto in cui i lati del triangolo si incontrano. Le lunghezze dei lati sono calcolate misurando i tre angoli del triangolo risultante. La tecnica è stata testata con successo per misurare la distanza di la particolare classe di stelle variabili chiamate Cefeidi, a circa 7.500 anni luce di distanza nella costellazione dell’Auriga. Queste stelle hanno una correlazione molto stretta tra il periodo di variabilità e la luminosità, una caratteristica che fa di esse candele standard per misurare le distanza delle galassie in cui sono contenute. ”Pensiamo che questa nuova funzionalità possa fornirci una nuova visione della natura dell’energia oscura, una componente misteriosa del cosmo responsabile dell’accelerazione dell’espansione dell’universo”, ha osservato Riess, che condivide il Nobel con Saul Perlmutter e Brian Schmidt, per la scoperta che il ritmo di espansione dell’universo sta accelerando a causa dell’energia oscura. La nuova tecnica per misurare le distanze con Hubble, secondo gli autori, permetterà di misurare con più precisione l’accelerazione dell’espansione del cosmo al fine di conoscere meglio il suo ‘motore’, ossia l’energia oscura, la misteriosa componente del cosmo che occuperebbe il 75% dell’universo.