L’universo è in espansione e lo fa alla stessa velocità in tutte le direzioni. E’ la conclusione a cui è giunto l’astrofisico Jeremy Darling dell’Università del Colorado dopo aver impiegato una strategia di ricerca denominata “real time Cosmology”. Una tecnica che cerca i piccoli cambiamenti nell’universo che avvengono su scale temporali umane. Un’idea già proposta da Alan Sandage nel 1962 e da Avi Loebin nel 1998, dai quali prende il nome la possibilità di vedere i redshift delle fonti che cambiano in tempo reale (Sandage-Loeb test). Questa tecnica offre nuovi modi di osservare l’universo, comprese alcune osservazioni e prove cosmologiche che non possono essere ottenute in altro modo. I ricercatori hanno scoperto nel 1998 che l’universo si sta espandendo ad un ritmo accelerato – un fenomeno sorprendente che si ritiene possa essere dovuto a una forza misteriosa chiamata energia oscura. Gli scienziati non sanno molto di questa energia, tranne che possa trattarsi di una proprietà del vuoto. Nel tentativo di comprenderla e studiarla, i ricercatori stanno effettuando una vasta gamma di prove cosmologiche e la costruzione di nuovi telescopi e strumenti. Per effettuare le dovute misurazioni, il team ha raccolto i dati ottenuti precedentemente da altri ricercatori sul moto degli oggetti extra-galattici. Ciò, già alla fine degli anni ’90, permise di concludere che l’espansione è isotropa, con un margine di errore del 7%. Un traguardo importante potrebbe essere raggiunto dalla sonda Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea, lanciata lo scorso mese di Dicembre per creare una mappa tridimensionale della Via Lattea. La ricerca è stata accettata per la pubblicazione nel journal Monthly Notices della Royal Astronomical Society.