Forse una forte ondata lo ha travolto mentre si trovava sugli scogli a guardare il mare in tempesta. E’ questa una delle ipotesi – ma non si escludono altre piste – sulla quale stanno lavorando gli uomini della Capitaneria di porto di Napoli per accertare le cause della morte di Angelo Mazza, il giovane di 26 anni, originario di Grumo Nevano, nel napoletano, il cui corpo e’ stato recuperato ieri nelle acque antistanti il largo Sermoneta. L’allarme alla centrale operativa della Guardia Costiera era scattato poco prima delle 17 quando e’ giunta una telefonata al numero blu 1530 di una persona che riferiva di aver visto un cadavere galleggiare in quel piccolo tratto di mare. Sul posto sono intervenuti una pattuglia via terra accompagnata da un’ambulanza e via mare un gommone cabinato della Guardia Costiera. Gli uomini a bordo del gommone hanno proceduto al recupero del corpo trasportandolo all’interno della scogliera del porto di Mergellina dove gia’ stazionavano l’ambulanza e un furgone della Capitaneria di porto. Subito dopo e’ stata aperta un’inchiesta per capire le cause e le modalita’ dell’annegamento. Il corpo non presentava ferite. La zona degli chalet di Mergellina ieri, nonostante il tempo avverso, era affollata da giovani. Angelo Mazza – secondo una delle ipotesi investigative – potrebbe essersi diretto verso l’inizio della scogliera del porto di Mergellina, incuriosito dall’insolito ed improvviso maltempo. In base a questa pista, dopo aver scavalcato il muretto che divide gli scogli dalla strada della banchina da diporto potrebbe scivolato in mare, travolto da un’onda anomala. La corrente delle agitate acque del mare ha trasportato per circa 300 metri il cadavere fino al Largo Sermoneta. Da li’ l’avvistamento e l’allarme. Ma le indagini della Capitaneria di porto non escludono alcuna altra pista e stanno ancora cercando di ricostruire l’accaduto. Il giovane, secondo quanto riferito dagli inquirenti, era gia’ noto alle forze dell’ordine.