Il suo territorio urbano si sviluppa su un esteso altopiano solcato da profondi canyon (detti localmente “cave”). La città sorge sulla confluenza di due fiumi a carattere torrentizio che dividono l’altopiano in quattro colline: Pizzo a nord, Idria ad ovest, Giganta ad est e Monserrato a sud.
I due fiumi, Pozzo dei Pruni e Janni Mauro, ormai asciutti e coperti nel tratto urbano, si uniscono a formare il Modicano, il cui alveo è stato coperto nei primi del Novecento divenendo l’odierno Corso Umberto I, asse principale della città.
Il Modicano aveva dignità di fiume perenne, fino ai primi decenni del Novecento, in quanto alimentato da sorgenti permanenti, fra cui la più cospicua quella della Fontana Grande, la quale con le sue acque permetteva che fra il Cinquecento e l’Ottocento sorgessero nel tratto modicano del fiume ben 23 mulini ad acqua. Poi vennero i mulini industriali, e l’acqua delle sorgenti fu incanalata nella rete idrica cittadina.
Dal Settecento alla fine dell’Ottocento, la presenza lungo gli argini dei torrenti di 17 ponti, che consentivano il transito di uomini, animali e carri da un lato all’altro, fecero sì che in una delle prime edizioni della Enciclopedia Treccani, Modica fosse definita la città più singolare d’Italia, dopo Venezia.
Il suo territorio si divide in due zone climatiche, la meridionale o costiera, la settentrionale o montuoso-collinare. Il clima a Modica è mite anche d’inverno, la neve rappresenta un evento raro sulla parte bassa della città ma più frequente sulla parte alta e sull’altopiano dove ogni anno può verificarsi un evento nevoso anche senza accumulo. Frequente è nella zona montuosa la formazione di brina e di gelo. Rara la formazione di banchi di nebbia notturni nell’altopiano. La temperatura media annua è di circa 17 °C (parte bassa) e 16 °C (sulla parte alta), con una media a gennaio di 9 °C (parte bassa) ed 8 °C (parte alta), e una media a luglio di 26 gradi. L’estate è calda ma asciutta e ventilata, soprattutto nelle parti più alte della città.
Lo stile prevalente a Modica nei monumenti e nelle chiese è quello comunemente identificato come tardo barocco, ma più specificatamente, per quel che riguarda Modica, dobbiamo parlare del Barocco siciliano della Sicilia sud orientale, quello successivo al catastrofico terremoto del Val di Noto del 1693.
Altro elemento caratterizzante il territorio, in particolare la campagna, è la fitta rete di “muri a secco” che delimita gli appezzamenti di terreno.
Modica è una città piena di chiese, come il Duomo di San Giorgio spesso indicato e segnalato come monumento simbolo del Barocco siciliano; la chiesa di S. Maria del Gesù (1478-1481) e l’annesso convento (1478-1520), dichiarati Monumento Nazionale in quanto preesistenti ai terremoti del 1542, del 1613 e del 1693, appartennero ai Frati Francescani Minori Osservanti. Conserva uno splendido chiostro a due ordini in stile tardo-gotico, con tante colonnine variamente decorate e ognuna diversa dall’altra. Si tratta di un unicum in tutta l’Italia meridionale, con paragoni stilistici sopravviventi solo in Catalogna; la Chiesa di San Giovanni Evangelista; e ancora il palazzo della Cultura e Museo Civico.
Tipica produzione della città è la famosa cioccolata, prodotta seguendo un’antica ricetta azteca, da cui deriva la ricetta modicana che, sulla base della documentazione rinvenuta presso l’Archivio di Stato di Modica all’interno dell’Archivio Grimaldi, risale al 1746, quando la Sicilia dipendeva ancora dal Regno di Spagna.
Il trend di crescita del turismo ha avuto una notevole spinta grazie al successo della manifestazione Eurochocolate che attrae turisti e curiosi provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo, e grazie alla versione modicana, Chocobarocco, della kermesse perugina, che è dedicata alle produzioni artigianali del cioccolato.
Modica offre storia, cultura e tanto cioccolato. Da non perdere!