Paese che vai, usanze “mediche” che trovi: alcune delle più insolite cure diffuse nel mondo

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COPPETTAZIONEIl detto “Paese che vai, usanze che trovi” vale anche in ambito medico e sono davvero tante le cure bizzarre, fondate o prive del tutto di fondamento scientifico, diffuse in tutto il mondo. Tra le tecniche di medicina alternativa troviamo la coppettazione o “massaggio con le coppette”, che si pratica applicando, solitamente sulla schiena per curare reumatismi e dolori articolari, dei piccoli bicchieri di vetro che aderiscono alla pelle, dopo aver creato il vuoto con una fiamma o con una pompa a vacuo. Alcune tribù dell’antichità utilizzavano corna scavate di animali, ossa, bambù, noci, conchiglie e zucche per eliminare punture, pustole, infezioni e lesioni cutanee corporee.

I guaritori, avvalendosi della coppettazione, scacciavano gli spiriti maligni dal corpo e bilanciavano gli umori. Prima dell’impiego del vetro, si usavano terracotta e metallo. L’uso della coppettazione in Egitto è attestato dalla scrittura geroglifica, mentre il primo documento sulla coppettazione risale al famoso alchimista ed erborista taoista, Ge Hong. Nell’antica Grecia, Ippocrate consigliava l’uso di tazze per una varietà di disturbi. La cupping therapy impazza tra le star, diventando una vera e propria moda. La tecnica, largamente praticata in Cina, si basa sui principi dello yin e dello yang e dei meridiani. Il corpo umano è attraversato da un’energia vitale (detto Qi) che fluisce in appositi canali (chiamati meridiani), dando vita ad un ciclo energetico che collega tutto l’organismo. Le coppette, creando una decompressione su punti specifici del corpo, provocano una forte vascolarizzazione, ossia un aumento del flusso sanguigno. La coppettazione dà benefici nei dolori muscolari, nel trattamento delle adiposità localizzate, rilassa, è consigliata nelle sindromi depressive con forti componenti ansiose.

La batterioterapia fecale è usata nel trattamento di certi disturbi infiammatori dell’intestino come la colite ulcerosa. Il paziente viene trattato con una serie di clisteri per circa 5 giorni e il liquido contenuto nel clistere è composto da escrementi di una persona sana (solitamente un parente). La cosa rivoltante è che a volte questa pratica viene effettuata per via nasale. Nelle tradizioni popolari cambogiane, dove il servizio sanitario è totalmente a carico del malato e vi è solo una struttura ospedaliera presente su tutto il territorio, l’ospedale di Emergency, situato a Battambang, specializzato nella cura delle persone vittime delle mine antiuomo; la convinzione che tartarughe, mucche e serpenti abbiano poteri soprannaturali nella cura delle malattie, è molto diffusa. Il tocco delle tartarughe” magiche”, in particolare, combatterebbe i reumatismi e in centinaia sono i cambogiani desiderosi di ricevere le cure di questo miracoloso animale. Sempre cambogiana è un’altra credenza popolare: quella di bere l’acqua utilizzata per lavare il cadavere di un vitellino nato morto a causa di malformazioni. Quest’acqua miracolosa curerebbe il mal di stomaco e i reumatismi. Il termine salasso si riferisce al latino “laxare sanguinem” che vuol dire far scorrere il sangue. Nei tempi antichi, si faceva fuoriuscire il sangue tramite un taglio praticato con una lama affilata. La medicina popolare aveva però escogitato uno stratagemma per poter praticare naturalmente il salasso: quello di ricorrere alla sanguisuga, facilmente reperibile in passato nelle acque stagnanti e nei ruscelli. Oggi le sanguisughe sono in estinzione, infatti risultano tra le specie di animali protetti. La terapia del salasso tramite le sanguisughe si basava sul concetto di estrarre dal corpo il “sangue marcio”, causa della malattia ed il salasso veniva praticato, oltre che dai medici, anche dai barbieri e dai guaritori popolari. Le sanguisughe, secondo molti studi, sostituiscono ottimamente i farmaci anticoagulanti, senza creare effetti collaterali. Quando i chirurghi reimpiantano un arto o parte di esso, si creano spesso problemi di circolazione sanguigna (cd. stasi venosa). Bene, questi animaletti stimolano e favoriscono il microcircolo, ossia la fitta rete di vasi sanguigni che si estende nel corpo e, producendo una sostanza chiamata eparinoide, evitano la creazione di coaguli, favorendo in pochi giorni la formazione del nuovo microcircolo e facendo sì che il paziente recuperi la futura funzionalità dell’arto.

Famosa è la cerimonia indiana che si tiene a Hyderabad, nell’Andhra Pradesh, della “medicina del pesce”; un rito tradizionale contro asma e malattie respiratorie, consistente nel mangiare dei pesciolini vivi (murrel fish) con una miscela di spezie. La “terapia” è gratuita, non ha alcuna base scientifica ed è contestata dalle organizzazioni dei diritti umani, anche per il modo in cui i bambini vengono costretti a mangiare il pesce vivo, ma è sostenuta dal Governo indiano che mette a disposizione i mezzi di trasporto per il raduno che richiama migliaia di pazienti provenienti dal Sud dell’India. Migliaia di indiani fanno la fila, ogni giugno, attendendo pazientemente il loro turno sotto i roventi raggi del sole. Dopo aver partecipato al Festival e mangiato la sardina alle spezie, i pazienti devono seguire una dieta speciale per sei settimane. L’urinoterapia è una terapia medica alternativa che, secondo i suoi sostenitori, utilizza l’urina prodotta dal corpo tramite bagni, impacchi, iniezioni oppure attraverso l’assunzione orale, per reintegrare nell’organismo delle sostanze che, quando sono state scartate, erano in eccesso (sali minerali, vitamine, anticorpi, ormoni ed altre sostanze organiche). Fin da quando l’uomo è comparso sulla Terra, ha utilizzato questo “Elisir di lunga Vita” per potersi auto curare. Si dice che sia efficace contro l’influenza, il raffreddore comune, le ossa rotte, il mal di denti, la pelle secca, la psoriasi, pare che scoraggi l’invecchiamento e sia utile per l’AIDS, le allergie, i morsi di animali e serpenti, l’asma, i disturbi cardiaci, l’ipertensione, le scottature, il cancro ecc. Nella tradizione orientale, l’urino terapia si trova gia’ in un testo di 5 mila anni fa che consiglia di bere la propria urina (“nettare di Shiva”). Il medico naturista dell’antica Grecia di nome Galeno, utilizzava e consigliava l’uso dell’urina, assieme agli altri medici naturisti greci. Plinio, scrittore Romano, nella sua “Storia Naturale”, ha scritto che l’uso dell’urina sulle ferite, morsi di cani e serpenti, anomalie della pelle, infiammazioni oculari, ustioni e cicatrici ecc., guarisce.

Famoso è anche il Zuo Yue Zi che, nell’antichità, era una sorta di quarantena post-partum per evitare complicazioni ed oggi è ancora diffuso in molte culture asiatiche e sudamericane. In Cina, secondo le teorie umorali su cui si basa la medicina tradizionale, è necessario un intero ciclo lunare per ristabilire l’equilibrio tra le componenti calde e fredde destabilizzatesi all’interno dell’organismo nel corso della gravidanza e dopo il parto. Se osservato alla lettera, il mese post-partum dello Zuo Yue Zi si trasforma in un periodo di inattività totale per la neomamma che non può uscire, è sottoposta a una dieta particolare e deve evitare di lavarsi per non disperdere il calore che il suo corpo sta recuperando.

La neomamma deve evitare cibi freddi, aumentare il numero di pasti fino a 6-7 al giorno, non lasciare l’abitazione, evitare i lavori di casa, riposare sempre al letto, evitare rapporti sessuali e ricevere meno visite possibile; fare la doccia esclusivamente quando è necessario (o non farla affatto), lavarsi i denti meno frequentemente (o non lavarli affatto), ovviamente lavare e medicare perfettamente ed ogni giorno la “zona parto”. Si crede che se lo Zuo Yue Zi non viene effettuato, in futuro la mamma potrà contrarre malattie ed eventualmente passarle alla prole. Sempre la Cina è la protagonista di un altro bizzarro rituale che affonda le sue radici nella medicina tradizionale cinese: quello consistente nel poggiare scorpioni morti e scaglie di zenzero sulla faccia dei malcapitati per curare le paralisi facciali.

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