La vitamina D potrebbe non essere quell’elisir “miracoloso” che numerosi studi descrivono: molte prove a sostegno dei benefici della vitamina sarebbero, infatti, inconcludenti o insufficienti. L’allarme arriva da due studi pubblicati sul British Medical Journal. Il primo, condotto dall’Universita’ di Edimburgo, ha analizzato i dati di centotrentasette ricerche che riportavano impatti positivi della vitamina D sulla salute. Dai dati e’ emerso che solo dieci studi mostravano risultati affidabili e uno in particolare forniva prove sufficienti ad affermare un’associazione tra vitamina D e benefici tangibili, relativo a livelli di vitamina della madre in gravidanza e peso alla nascita del bebe’. Tra le indagini messe in discussione, anche alcune che collegavano l’assunzione di integratori alla prevenzione o al miglioramento dell’osteoporosi. La seconda ricerca, coordinata dallo University Medical Center di Rotterdam, ha analizzato la validita’ di una serie di studi che associavano la vitamina D a morte per malattia cardiovascolare, cancro o altre patologie. L’approfondimento ha rilevato una associazione tra bassi livelli circolanti di vitamina D nel sangue e un aumentato rischio di mortalita’ per malattie cardiovascolari, cancro e altre cause.