Si sa che gli Stati Uniti sono la patria del meteo estremo, e dei più repentini sbalzi termici mai registrati sul nostro pianeta. Nei giorni scorsi una ondata di calore, partita dal golfo del Messico, ha attraversato tutti gli States centro-orientali, abbattendosi sul Middle-West e sul Canada meridionale, dove all’improvviso i termometri hanno cominciato a varcare la soglia dei +28°C +30°C all’ombra, per la prima volta nel 2014. Anche lungo le coste del New England la scaldata è stata talmente intensa, da spingere i termometri a varcare la soglia dei primi +25°C +27°C, portandoli su valori più consoni per la stagione estiva. Ma l’ondata di calore è durata solo pochi giorni, causa il passaggio di un esteso fronte freddo, proveniente dagli USA settentrionali, subito seguito dall’affondo di un blocco di aria molto fredda, di origine polare, discendente dai territori dell’Artico canadese. Sul nord-est degli USA, in sole 24 ore, sono passati da una isoterma di +14°C a 850 hpa, che ha portato temperature quasi estive fino al Massachusetts, ad una -13°C, in un batter d’occhio, che ha fatto piombare il freddo in buona parte degli stati contigui. In molte città degli Stati Uniti centro-orientali è tornata improvvisamente pure la neve, che ha lasciato dei discreti accumuli al suolo. Nella stessa New York, nella prima mattinata odierna, si sono verificate delle nevicate che hanno tinto di bianco le strade e il Central Park. L’ondata di freddo spingendosi ulteriormente verso sud-est è andata ad interagire con l’aria molto più mite da giorni presente sopra le praterie degli Stati Uniti centro-meridionali.
La forte discontinuità termica fra le opposte masse d’aria è stata esaltata dall’affondo di un’asse di saccatura fin verso all’Oklahoma, colma di aria gelida in quota che si è sovrapposta al di sopra dell’aria più calda preesistente nei bassi strati. Il forte “gradiente termico verticale” che si è venuto ad innescare ha agevolato lo scoppio di intensi moti convettivi (correnti ascensionali) a ridosso della linea discontinua, fra le masse d’aria, che sono stati in grado di dare luogo a rovesci e temporali sparsi, che hanno assunto prevalente carattere nevoso lungo il settore post-frontale, li dove è affluito il blocco di aria molto fredda d’estrazione artico canadese dai quadranti settentrionali. Il repentino calo dei valori termici a tutte le quote, associato all’ingresso dell’aria fredda in scivolamento dal Canada, ha fatto girare l’iniziale pioggia in rovesci di pioggia mista a neve o addirittura neve fin sul Kansas ed il Nebraska. Basti pensare che nella città di Oklahoma City, nel giro di appena 24 ore, si è passati dai +30°C con il sole ad una temperatura prossima ai +0°C e deboli nevicate, accompagnate dall’avvento di una sostenuta ventilazione da N-NO e Nord, a seguito del passaggio del fronte freddo, che ha toccato un picco di ben 68 km/h.
La minima di lunedì 14 Aprile registrata ad Oklahoma City, dopo l’avvento dell’aria fredda in scivolamento dall’artico canadese, ha toccato i -2°C. Intanto nei prossimi giorni l’afflusso di aria piuttosto fredda dal Canada centrale, tramite una tesa ventilazione dai quadranti settentrionali in direzione degli stati più meridionali degli States, contribuirà a far abbassare le temperature, su valori ben al di sotto delle medie del periodo. Una parte del blocco di aria molto fredda lambendo gli stati del sud-est, si scontrerà con le masse d’aria più calde ed umide preesistenti sopra questi. Il fitto “gradiente termico” originato, fra le masse d’aria fredde e secche che scendono dal Canada e quelle molto più calde e umide che salgono dal golfo del Messico e dall’Atlantico sub-tropicale (con una ventilazione sud-orientale), stimolerà una forte attività convettiva, creando le condizioni ideali per lo sviluppo di grossi sistemi temporaleschi a “Multicella” e imponenti “Clusters” che potranno scaricare forti piogge e rovesci e persino locali grandinate e colpi di vento fra Alabama, Georgia, nord della Florida e South Carolina.