Non c’e’ nessuna base scientifica dietro il concetto di ”scarico di energia”, secondo il quale l’accumularsi di numerosi terremoti minori riduce la probabilita’ di un terremoto violento. Lo chiariscono i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), che a cinque anni dal terremoto dell’Aquila rilevano come quel concetto, al centro delle polemiche che hanno portato al processo, sta riemergendo relativamente allo sciame sismico in atto tra Umbria e Marche. Nel blog dedicato ai terremoti, i ricercatori dell’Ingv osservano che ”l’erroneo concetto dello scarico di energia come elemento positivo e’ divenuto una vera e propria ‘leggenda metropolitana”’ e rilevano che venne riportata dalla stampa nelle settimane che hanno preceduto il terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009. ”Lo stesso vice Capo Dipartimento della Protezione Civile di allora – osservano i sismologi nel blog – si pronuncio’ in questo senso prima della riunione della Commissione Grandi Rischi del 31 Marzo 2009”. Il tema dello scarico di energia come elemento positivo, aggiungono, ”non fu pero’ trattato durante la riunione della Commissione proprio perche’ senza alcun fondamento scientifico e anche perche’ non vi era contezza dell’intervista fatta poco prima dall’allora vice Capo Dipartimento. Al contrario, nei due comunicati dell’Ingv al Dipartimento della Protezione Civile inviati nelle settimane prima del terremoto del 6 aprile (febbraio e marzo 2009) si esprimeva chiaramente il concetto secondo cui la probabilita’ di un forte terremoto a L’Aquila non aumentava e neanche diminuiva a causa dello sciame in corso”.