La terra continua a tremare in Italia, come su buona parte del bacino del mar Mediterraneo. Dopo l’intensa scossa di magnitudo 5.7 Richter, che nella serata di ieri ha interessato la Grecia meridionale, davanti le coste del Peloponneso, stamani, un’altra scossa, di ben 5.1 Richter, con epicentro in mare, davanti le coste ioniche calabresi, a circa 23 km a sud-est di Capo Rizzuto, ha interessato l’intero sud Italia, creando non poca apprensione fra la popolazione locale. Nonostante la magnitudo elevata, il sisma, fortunatamente, non avrebbe arrecato danni significativi a cose o persone nei centri del crotonese e catanzarese, limitrofi alla zona dell’epicentro. Il terremoto di oggi si è localizzato in un’area già molto attiva, sotto il profilo sismico, nel recente passato. Basti pensare che solo nel 1983, un terremoto di magnitudo 5.4 Richter, poco più forte di quello odierno, aveva colpito la stessa area, localizzandosi a circa 30 chilometri più a nord-est. Ancora prima, nel 1977, un terremoto, che possiamo ritenere quasi “gemello” al sisma odierno, sui 5.1 Richter, si è prodotto nella stessa area, localizzandosi una trentina di chilometri più a sud-ovest dell’epicentro di oggi. Come vediamo terremoti di questa intensità, spesso sotto forma di scosse isolate, sono molto frequenti, presentando dei tempi di ritorno piuttosto ristretti, di pochi decenni. In questa zona dello Ionio calabrese scorrono varie faglie attive che si sono rese protagoniste di eventi tellurici molto intensi, anche prossimi ai 6.0 Richter.
Questi terremoti, che da secoli caratterizzano la storia geologica della Calabria ionica, vengono generati da una vasta struttura sismogenetica, meglio nota come “Arco Calabro”, che borda le coste della Calabria orientale. La struttura dell’”Arco Calabro”, responsabile di questi terremoti di magnitudo > 5.0 Richter, è schiacciata al di sopra della zona in cui la crosta ionica si piega sotto la Calabria e scende in profondità, al di sotto della crosta tirrenica. Come affermato dal sismologo Francesco Mele, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), il terremoto di oggi è stato innescato dallo stesso meccanismo, per il quale la struttura geologica, chiamata “Arco calabro”, viene schiacciata tra la pressione della crosta ionica e quella tirrenica, accumulando notevoli deformazioni. Come osserva Mele ”l’Arco calabro e’ una zona molto complessa e studiata. Si trova infatti al confine tra due mondi molto diversi: da un lato la crosta oceanica piu’ sottile che si trova a Nord della Sicilia e dall’altro la microplacca Adriatica che costituisce la zona piu’ settentrionale della placca africana”