A cinque anni dal tremendo sisma che ha devastato L’Aquila e tanti altri comuni abruzzesi, la domanda sorge spontanea: “Cosa è cambiato dal punto di vista della prevenzione e, soprattutto, dal punto di vista previsionale di un terremoto? In pratica, rispetto a cinque anni fa, quali e quanti passi sono stati compiuti dalla ricerca?“. Abbiamo voluto girare il quesito al Dott. Christian Del Pinto, stimato geofisico e sismologo.
“In ItaIia il concetto di prevenzione sismica – afferma il Dott. Del Pinto – manca purtroppo quasi totalmente, sia negli interessi degli Amministratori che nelle coscienze dei cittadini. Ed una tale situazione non è stata di certo cambiata dal terremoto che cinque anni fa distrusse L’Aquila. Prevenzione vuol dire realizzare una sinergia tra sismologi, amministratori e cittadini. Se gli addetti ai lavori non hanno contatti con gli amministratori, il loro lavoro serve solo a far carriera in qualche ente di ricerca o all’università. Chi ne paga di più le spese, in tale desolante scenario, è il cittadino che non riceve informazioni scientificamente adeguate sull’effettiva pericolosità del territorio su cui vive. In Abruzzo (ma non solo) questo contatto non c’è mai stato, perché non c’è mai stato l’interesse da parte dei locali amministratori nei confronti di un programma di prevenzione serio. Personalmente, proposi nel 2005 in regione un progetto per installare una rete di monitoraggio locale che andasse a capillarizzare la geometria già posta in opera della Rete Sismica Nazionale che non fu preso assolutamente in considerazione. La lampante dimostrazione fu che tale progetto fu invece accettato dalla regione Molise (che aveva già avuto i morti per un sisma nel 2001, in occasione del crollo della scuola di San Giuliano di Puglia), in cui mi fu data la possibilità di concretizzare, a partire dal 2006, tale progetto. C’è anche da dire che, allo stato attuale, anche questo progetto in Molise è finito nel nulla, per un subentrato disinteresse della nuova compagine politica alla guida della Regione. Ciò ha generato in me la sofferta decisione di abbandonare il mondo della ricerca – troppo soggetta agli umori del politico e del dirigente di turno – per tornare a quello dell’insegnamento, dove fare prevenzione vuol dire sensibilizzare le nuove generazioni – che saranno la classe dirigente del domani – nei confronti di determinate tematiche.
E’ un fiume in piena il Dott. Del Pinto. Si percepisce a pelle quanto tenga al progetto prevenzione. “Tornando in Abruzzo, anche in precedenza (e ciò è tutto opportunamente documentabile) – continua Del Pinto – i tentativi, da parte dell’Università di L’Aquila, di stabilire un contatto con le locali amministrazioni (Comune, Provincia e Regione) per l’installazione di una rete di stazioni sismiche erano caduti nel vuoto proprio per la loro assoluta mancanza di interesse. Il terremoto, nella sua imprevedibilità, evidentemente non costituisce un argomento interessante su cui fondare una campagna elettorale. Di sicuro, dopo che un terremoto è avvenuto, un argomento decisamente più interessante per procacciarsi voti è quello della ricostruzione. E gli aquilani lo stanno pagando sulla propria pelle. Dal sisma aquilano, per il monitoraggio sismico non è stato dato un euro. Nessuna nuova stazione sismica, utile per incrementare la conoscenza del territorio nonché lo studio della sua evoluzione in tempo reale dal punto di vista sismico, è stata installata.
Quindi, quali passi sono stati fatti in ambito della prevenzione in questi cinque anni? Semplicemente nessuno. Il comune cittadino, sempre più disorientato e privo di qualsiasi supporto scientifico, si è semplicemente affidato allo sciamano di turno ed a veicoli informativi troppo spesso fatti in casa. Ciò ha generato ancora più confusione (già si pensa – naturalmente sbagliando – che il prossimo terremoto non ci sarà prima di 300 anni), in particolare su quelli che potrebbero essere un domani considerati, successivamente ad una comprovata ed adeguata ricerca, precursori sismici. La prevenzione è strettamente legata alla conoscenza del territorio ed al suo monitoraggio. Se non c’è monitoraggio, non c’è conoscenza. E se non c’è conoscenza, non può esserci alcuna prevenzione”.
E non confondiamo, per cortesia, la prevenzione con la previsione di un evento sismico (ben lungi dall’essere realtà), checchè qualcuno faccia di tutto per farci credere il contrario.