Una violentissima scossa poco prima delle 21 locali che ha fatto scattare un’allerta tsunami durata dieci ore: sono stati milioni i cileni che hanno trascorso una notte da incubo per l’ennesimo terremoto, che ha colpito il nord del Paese. Tanta paura in tutto il paese e un bilancio ormai quasi certo di sei morti, quasi tutti per infarto. Puntualmente, poco dopo la violenta scossa (magnitudo 8.2), le prime onde – alcune alte anche circa 2 metri – si sono abbattute sulle spiagge di Iquique, a 1.800km da Santiago.
L’epicentro del terremoto e’ stato individuato proprio al largo di questa città di 250 mila persone, a 20,1 km di profondità del Pacifico. Le autorità hanno subito chiesto l’evacuazione preventiva della popolazione sul “100% della costa” del paese: in altre parole, dalla frontiera con la Bolivia fino al profondo sud, una distanza enorme, pari a 4.300 km. Circa 928 mila persone, come hanno reso noto le autorità, si sono velocemente allontanate dalle coste, in piedi o in auto. Senza grandi problemi e in perfetto ordine, visto che il Cile è un paese dove i movimenti tellurici sono di casa e i piani di prevenzione anti-scossa perfettamente rodati al punto da essere all’avanguardia mondiale. Mai prima nella storia del pianeta, infatti, così tante persone sono state evacuate per una prevista calamità naturale. Un modello assolutamente virtuoso da prendere come esempio da seguire.