Viaggio nella Viterbo sotterranea, un labirinto di gallerie scavate nel tufo già dagli antichi Etruschi

MeteoWeb

La città laziale di Viterbo ha molti luoghi e palazzi interessanti e ampiamente conosciuti; forse in pochi, invece, conoscono l’esistenza della Viterbo sotterranea. Si tratta di un reticolo di gallerie che si estendono sotto il centro storico e conducono fin oltre la cinta muraria della città.

Ad oggi l’unico tratto percorribile dei sotterranei si snoda per un centinaio di metri disposti su due livelli sotto Piazza della Morte, rispettivamente a 3 e 8 metri di profondità.

Il percorso è completamente scavato nel tufo, una roccia vulcanica che caratterizza il paesaggio attuale della Tuscia. L’origine dei cunicoli è controversa. Stando ad alcune accreditate teorie, avanzate da studiosi ed archeologi, il primo taglio nel tufo potrebbe risalire addirittura agli Etruschi. Probabilmente a quei tempi, la struttura veniva utilizzata come sistema idraulico, un modo per raccogliere e canalizzare le acque piovane e fluviali, per poi smistarle laddove necessario proprio tramite una fitta rete di cunicoli.

Tuttavia, è durante il periodo medioevale che questi luoghi assunsero la conformazione attuale: alzati, allargati ed allungati, i tunnel sotterranei diventarono un autentico labirinto fatto di passaggi segreti che servivano a mettere in comunicazione le strutture nevralgiche e strategiche di Viterbo.

Le gallerie, inoltre, conducevano verso tutte le uscite principali della città e assicuravano la via di fuga ai viterbesi in caso di pericolo o di assedio. Infatti, durante i pericoli di bombardamento della Seconda Guerra Mondiale, assunsero la funzione di nascondiglio per i cittadini.

Oggi è possibile con una visita guidata della durata di circa 20 minuti andare alla scoperta di questi magici luoghi, in un viaggio nella storia lungo oltre 2500 anni.

Curiosi e tipici delle gallerie di tufo, sono i butti, dei pozzi scavati nel tufo un tempo usati per gettare, appunto buttare, i rifiuti domestici. Dai butti medievali sono stati recuperati molti oggetti, come le ceramiche, esposte nei musei. Alcune di queste suppellettili sono state anche rubate dai trafficanti d’arte e dagli sciacalli nel corso dei decenni; tuttavia, ne restano ampie testimonianze sopravvissute agli scempi.

 

Condividi