Oggi, lunedì 12 maggio, è il giorno di San Pancrazio, il giovane cristiano martirizzato ad appena 14 anni sulla via Aurelia di Roma durante l’impero di Diocleziano, poi venerato come santo dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa.
Patrono di numerose località italiane tra cui Taormina, Albano Laziale, Montichiari, Canicattì e Crespano del Grappa, venne decapitato al tramonto del 12 maggio (appunto) 304 da Diocleziano presso il tempio di Giano a causa della sua fede in Gesù Cristo, in nome di cui aveva negato l’incensio agli dèi romani o allo stesso imperatore.
Nella tradizione popolare, San Pancrazio è uno dei 4 “santi di ghiaccio” insieme a San Mamerto, Servazio e San Bonifacio di Tarso.
Questi 4 santi, infatti, vengono celebrati l’11, il 12, il 13 e il 14 maggio e proprio in questi giorni si verifica, in base alle antiche leggende rurali riportate da generazione in generazione, un’anomalia climatica che determina un brusco abbassamento delle temperature che – secondo le antiche osservazioni dei contadini (ma anche secondo gli studi scientifici) – si dovrebbe verificare in Europa in corrispondenza della sesta settimana dall’equinozio di primavera, quindi proprio in questo periodo della stagione.
I “santi di ghiaccio” sono noti anche come “santi dell’ultimo ghiaccio” o “santi dell’ultimo freddo“, perché quest’anomalia dovrebbe essere l’ultima prima dell’arrivo definitivo della stagione estiva.
Tanti i proverbi che certificano ulteriormente questa leggenda, basti citare “A mezzo maggio, coda dell’inverno“. Ma anche in francese, inglese, tedesco e olandese sono numerosi i detti popolari che confermano questa tradizione. Una tradizione che anche quest’anno diventa realtà, a causa del repentino affondo artico di cui su MeteoWeb stiamo ampiamente parlando da giorni. Da domani, infatti, avremo un vistoso calo termico che nei fatti si può considerare l’ultimo colpo di coda dell’inverno, con freddo, forte maltempo e persino nevicate sui rilievi del nostro Paese. Come dimostra la leggenda dei Santi di ghiaccio, però, quest’anomalia non è poi così tanto strana: rientra nel normale e storico percorso del clima e della natura, come ci viene testimoniato dalle tradizioni tramandate di generazione in generazione…