In un’intervista concessa all’emittente radiotelevisiva britannica “Sky news”, Vucic ha inoltre precisato che forse il conto potra’ raggiungere complessivamente il miliardo di euro. Secondo quanto spiegato sempre da Vucic nel corso della settimana, e ribadito alla conferenza dei donatori che si e’ tenuta a Palazzo Serbia giovedi’ scorso, i maggiori danni sono stati finora riscontrati nel sistema dell’energia elettrica e potrebbero ammontare a diverse centinaia di milioni di euro. Solo l’Ente statale per l’energia elettrica (Eps), secondo Vucic, avra’ danni per almeno 200 milioni di euro. La stessa Eps, in un calcolo preliminare, ha previsto danni per 100 milioni di euro alla Nikola Tesla (Tent), la centrale termoelettrica situata nei pressi di Obrenovac che copre il 50 per cento del fabbisogno di corrente del paese. In termini di corrente elettrica, ha inoltre aggiunto Vucic, le perdite sono attualmente stimate fra i 500 mila e il milione di euro al giorno. Il governo tenta di riavviare la produzione almeno fino al 20-25 per cento, e a questo proposito e’ ricominciato, dopo una settimana di fermo, il trasporto di carbone dal bacino minerario serbo di Kolubara verso la centrale Nikola Tesla.
Il ministro serbo dell’Energia, Alekandar Antic, ha precisato che nei prossimi giorni verra’ aumentato il trasporto da 8 mila a 10 mila tonnellate al giorno. Solitamente, ha aggiunto, in questa fase dell’anno la quantita’ giornaliera varia dalle 40 mila alle 60 mila tonnellate. Per quanto riguarda le infrastrutture stradali, Vucic ha spiegato che queste hanno subito danni maggiori rispetto alla rete ferroviaria. Il sottosegretario alle Infrastrutture Miodrag Poledica, in un’intervista all’emittente radiotelevisiva “Rts”, ha spiegato che le alluvioni hanno danneggiato 3.700 chilometri di strade. Le situazioni piu’ critiche si sono registrate nella magistrale lungo il fiume Drina, la Drinska magistrala, nella parte occidentale e centrale del paese. Il calcolo dei danni potra’ essere completato solo nei prossimi mesi, ha osservato Poledica, quando verranno stabilizzate le frane sul terreno.
Le squadre della Societa’ strade serbe (Putevi Srbije) sono gia’ sul campo insieme alle imprese costruttrici in tutti i siti danneggiati sul territorio nazionale. Poledica ha infine smentito le indiscrezioni di stampa secondo cui la tratta del Corridoio paneuropeo 10 presso Dimitrovgrad, al confine con la Bulgaria, avrebbe subito danni per 100 milioni di euro. La somma, ha detto il sottosegretario, e’ molto inferiore. Sempre sulla Drinska magistrala, ha inoltre dichiarato, le maggiori criticita’ si registrano nei pressi di Mali Zvornik e Rogacica, dove i danni ammontano a diversi milioni di euro. Nella localita’ di Krupanj, ha infine reso noto Poledica, sono stati distrutti una decina di ponti. Il terzo punto menzionato da Vucic nel programma di ricostruzione riguarda il settore delle abitazioni, i cui lavori saranno concentrati innanzitutto per aiutare gli abitanti che, ha precisato il premier, “sono rimasti senza un tetto sulla testa”. Questa operazione, secondo le intenzioni del governo, dovrebbe essere completata nell’arco di due-tre mesi.
Le Ferrovie dello stato serbe hanno nel frattempo annunciato il ripristino della linea con Sofia e con Salonicco, quella da Belgrado verso il Montenegro e quella verso la ex Repubblica jugoslava di Macedonia (Fyrom). Le Ferrovie dello stato serbe hanno inoltre ricevuto donazioni da parte di altre societa’ ferroviarie estere per agevolare il ripristino della rete nazionale dopo le alluvioni dei giorni scorsi. L’aiuto, secondo un comunicato della societa’, e’ stato gia’ inviato da Fyrom, Bulgaria, Slovenia, Montenegro, mentre le societa’ ferroviarie di Austria, Germania e Ungheria hanno annunciato l’imminente invio di aiuti. Nella conferenza dei donatori che si e’ tenuta giovedi’ a Belgrado, Vucic ha infine precisato che il settore piu’ colpito, oltre a quello della produzione energetica, e’ quello dell’agricoltura. A questo proposito le stime del dicastero di competenza sono ancora in corso, mentre i dati preliminari, tracciati subito dopo le alluvioni, parlavano almeno 80 mila ettari di coltivazione colpiti.
Il sottosegretario all’Agricoltura, Zoran Rajic, ha reso noto che le perdite sono enormi nell’allevamento, e sono state raccolte tonnellate di carcasse di bestiame travolto dalle acque e dal fango. Per quanto riguarda l’agricoltura, il sottosegretario ha osservato che la coltivazione piu’ intensiva si concentra proprio a fondo valle, dove si sono verificate le esondazioni. I danni maggiori sono stati subiti dai coltivatori di verdure e dai vivaisti. Alcuni allevatori, infine, hanno subito danni calcolati in centinaia di migliaia di euro. Il settore agricolo di Obrenvac, fra le aree piu’ colpite, secondo le prime stime ha avuto danni per oltre 500 milioni di dinari (4,4 milioni di euro). Secondo i primi calcoli degli esperti, i danni ammonterebbero ad almeno mezzo miliardo di euro nel comparto agricolo di tutta la Serbia. Miladin Sevarlic, esperto in economia agraria, in un’intervista all’emittente radiotelevisiva “Rts” ha ricordato che le prime valutazioni vedono almeno il 10 per cento della superficie coltivata danneggiata dalle acque.
“Se la valutazione e’ esatta – ha osservato – allora i danni diretti ammonteranno a circa mezzo miliardo di euro. I danni complessivi – ha aggiunto – saranno pero’ molto maggiori, perche’ abbiamo delle perdite correlate, a cominciare dal bestiame perduto fino ai macchinari agricoli e agli edifici. Vi sono poi delle perdite indirette che si faranno evidenti solo nel corso degli anni, la’ dove sono state distrutte le colture pluriennali o i siti che non sono immediatamente rimpiazzabili”. Le colture che non sono state toccate dall’onda di piena, ha osservato infine l’esperto, non sono state danneggiate. Adesso, ha concluso, gli esperti dovranno compiere delle ulteriori valutazioni per capire se in qualche luogo e’ possibile rinnovare la produzione. Il fattore di rischio piu’ immediato, in questo contesto, e’ pero’ quello della possibile insorgenza di malattie epidemiche. Gli esperti serbi hanno avvertito contro il rischio di epidemie che potrebbero diffondersi nel paese, dopo le alluvioni avvenute nei giorni scorsi.
Secondo quanto riporta il quotidiano “Blic”, fra i maggiori rischi vi e’ quello delle malattie intestinali, ma anche altre infezioni portate in particolar modo da zanzare e ratti. “Quando il clima comincia a farsi piu’ caldo, e’ normale che compaiano le zanzare”, spiega il professor Radovan Cekanac, epidemiologo presso l’Accademia di medicina militare di Belgrado. “Le zanzare sono comparse gia’ da un paio di giorni”. Uno dei problemi principali, secondo l’esperto, e’ la possibile diffusione attraverso gli insetti del virus del Nilo occidentale. “Anche i ratti – ha aggiunto – si sposteranno in luoghi asciutti e sicuri, e tutti sappiamo che rappresentano delle riserve per molte malattie. Penso innanzitutto alla leptospirosi, che e’ una malattia molto seria. Le persone che torneranno nelle zone alluvionate non devono assolutamente camminare a piedi nudi nei pressi dell’acqua, perche’ i ratti trasmettono il batterio nell’acqua attraverso le urine”.
Il professor Milutin Djordjevic, della Facolta’ di veterinaria a Belgrado, ha dichiarato che l’Istituto per i biocidi da una settimana lavora all’individuazione di eventuali zanzare infette. “Ancora non ne abbiamo trovate – ha precisaro – Stiamo visitando tutti i siti critici e le aree nei pressi delle sponde e appena notiamo delle larve le trattiamo immediatamente. Anche i cittadini – ha aggiunto – devono avvertire subito se vedono in qualche punto un grande numero di zanzare, e per lo meno asciugare le loro proprieta'”. La condizione fondamentale per la diminuzione del rischio di epidemie, proseguono gli esperti, e’ una bonifica accurata del terreno che comprenda l’individuazione e la rimozione delle carcasse degli animali morti nel corso delle alluvioni. Oltre a cio’, la bonifica deve prevedere la raccolta di tutti i tipi di rifiuti e materie potenzialmente pericolose per la vita e la salute delle persone. Il ministero sta conducendo in questi giorni dei controlli anche sulla produzione agricola, in particolare sulla frutta e verdura nei punti di vendita all’ingrosso e nei mercati rionali, dopo le alluvioni che si sono abbattute nel paese.
Secondo una nota diramata dal ministero nei giorni scorsi, i controlli vengono eseguiti innanzitutto per prevenire il diffondersi di possibili infezioni intestinali. Le ispezioni del ministero sono state avviate sulla base della raccomandazione dell’Istituto di salute pubblica rivolta ai produttori agricoli che devono fare ritorno nelle zone alluvionate. La raccomandazione prevede che i produttori non raccolgano le colture che sono state a contatto con l’acqua dell’onda di piena delle alluvioni. I produttori inoltre non devono utilizzare le suddette colture per uso alimentare.