Nonostante stiano lentamente scendendo i livelli delle acque della Sava e della Bosna, resta critica la situazione nelle zone alluvionate nel nord della Bosnia, in particolare nell’area di Balatun, nei pressi di Bijeljina, dove si incontrano le acque della Sava e quelle del fiume Drina: per tutta la notte i soccorritori, compresa una squadra britannica, hanno continuato ad evacuare la popolazione. Difficile e’ anche la situazione nell’area di Orasje dove il fiume Bosna affluisce nella Sava. Negli ultimi due giorni da questa zona sono state evacuate 5.000 persone. Stamane nell’area di Brcko gli elicotteri hanno cominciato a trasportare a Kopanice, presso Orasje, dove la Sava ieri ha rotto gli argini, dei cavalli di frizia di acciaio, che pesano 1,5 tonnellate, nei quali poi cercheranno di piazzare dei grossi sacchi in modo da fermare l’inondazione. A Maglaj, come a Doboj, dove l’acqua si e’ ritirata, gli abitanti e i volontari accorsi da Sarajevo e da altre parti della Bosnia, stanno pulendo la citta’ con grande impegno per paura delle epidemie. Il problema principale e’ rappresentato dagli animali morti – interi allevamenti sono andati distrutti, e dalle mine spostate dalle acque. Come in altre zone disastrate arrivano numerosi convogli che portano aiuti, cibo, acqua potabile, farmaci – la scorsa notte i volontari sono riusciti a raggiungere anche alcune frazioni isolate da giorni – ma qui come altrove gli abitanti chiedono soprattutto pale, stivali di gomma, guanti. Le piogge incessanti e le inondazioni che hanno colpito meta’ del Paese, hanno inoltre causato finora almeno 2.000 frane e smottamenti in tutta la Bosnia, di cui quasi 1.500 nel Cantone di Tuzla. Lo ha dichiarato, riferiscono i media, il sindaco di Tuzla Jasmin Imamovic. La Protezione civile e numerosi volontari fanno il possibile per fermare gli smottamenti, ha detto il sindaco: nel corso della scorsa notte in una frazione del villaggio di Dokanj 15 case sono state completamente distrutte e sono state tratte in salvo duecento famiglie. “Ci sono case ancora intere che ‘scivolano’ e che cerchiamo di salvare scavando dei canali – ha detto Imamovic – perche’ le acque che minano la collina possano defluire”. In tutto il Paese si registrano frane e smottamenti che finora hanno distrutto centinaia di case e divelto strade e ferrovie. Sono sei le principali comunicazioni stradali interrotte in almeno un punto e quindi in buona parte chiuse al traffico. Sono chiusi anche i valichi di frontiera nel nord-est, verso la Croazia e la Serbia.