La situazione meteo sui Balcani è disastrosa, in modo particolare tra Bosnia e Croazia: il bilancio della terribile alluvione continua ad aggravarsi, con 3 morti accertati e altri dispersi. Il premier serbo Aleksandar Vucic, oggi ha visitato Obrenovac, una delle località più colpite nell’area metropolitana di Belgrado) esprimendo molta preoccupazione e spiegando che l’intera città dovra’ essere evacuata nelle prossime ore. Ad Obrenovac si trovano anche il sindaco di Belgrado Sinisa Mali, il ministro dell’Interno Nebojsa Stefanovice quello della Difesa Bratislav Gasic.
Sul luogo si e’ recato l’ambasciatore russo a Belgrado Aleksandar Cepurin, a cui sono andati i ringraziamenti di Vucic per l’arrivo di una squadra di soccorso dalla Russia.
Il ministro dell’edilizia Zorana Mihajlovic ha dichiarato alla stampa locale che oggi “tutto il governo e’ sul campo“, confermando che la situazione piu’ critica e’ nelle localita’ di Obrenovac e Lazarevac, appartenenti all’area metropolitana di Belgrado, ma anche nei comuni di Valjevo, Sabac e Loznica.
“La cosa importante – ha osservato – e’ che in questo momento l’intero governo e’ sul campo e tutte le istituzioni stanno facendo il loro lavoro“.
Non manca la neve, che è caduta copiosa sui rilievi di Vlaši?, una località sciistica della Bosnia: oltre 50cm di neve a 1.300 metri di quota, metri di accumulo in cima dove la vetta sfiora i duemila metri di altitudine. Proprio in Bosnia, oggi, c’è stata la prima vittima: un uomo anziano è morto dopo che è crollato un muro della sua casa a Banja Luka, ha fatto sapere la portavoce della polizia locale, Mirna Soja. Soccorritori stanno cercando di trarre in salvo sua moglie, rimasta bloccata su una parte dell’abitazione rimasta in piedi.
Sono salite così a tre le vittime del maltempo nei Balcani; ieri infatti due persone avevano perso la vita in Serbia in incidenti legati agli allagamenti. Intanto due donne sono rimaste sepolte nelle loro case da una frana scesa nella città bosniaca di Cerska, nell’est, ma sono sopravvissute. Il fango ha spinto la moschea locale per circa 100 metri giù per il pendio e soltanto il minareto è ancora visibile, ha riferito ai media l’imam Nurdin Grahic. In Bosnia alcune zone sono raggiungibili solo via aria, ma stamattina gli elicotteri erano rimasti a terra a causa della scarsa visibilità. L’esercito bosniaco ha successivamente ripreso le evacuazioni.
La forza dell’Unione europea nel Paese dispone di tre elicotteri e 130 soldati, che attendono un miglioramento delle condizioni meteorologiche per unirsi alle operazioni di soccorso. Inoltre, due elicotteri sono arrivati in Bosnia dalla Croazia e altri due sono stati inviati dalla Slovenia. Samira Mahmic, residente della città di Maglaj, nel nord della Bosnia, ha raccontato di essere stata evacuata ieri insieme al figlio di 10 anni. Sull’elicottero non c’erano però più posti liberi e suo marito e la figlia 17enne erano rimasti per tutta la notte sul tetto della loro casa allagata. Per fortuna il telefonino della figlia era ancora carico e stamattina Mahmic ha potuto telefonare alla ragazza e confermare che lei e il marito sono sopravvissuti. “È il Giorno del giudizio a Maglaj“, ha detto la donna.
Dopo aver scavato attraverso le frane per tre giorni, stamattina soccorritori hanno raggiunto la città di Maglaj via terra, portando gommoni, coperte e cibo alla popolazione. Intanto un medico, riferiscono i soccorritori, si è avviato in canoa verso la casa di una donna che sta partorendo.
Questo disastro di proporzioni catastrofiche si sta verificando ad un passo dal confine con l’Italia. Anche il nostro Paese è stato interessato, e lo è ancora in queste ore, da fenomeni di instabilità anche intensi, con forti piogge, temporali, venti furiosi, trombe d’aria e fenomeni estremi come la squall line di stamattina nel basso Tirreno, un’ondata di maltempo provocata dallo stesso ciclone che sta imperversando da due giorni sui Balcani.
Fortunatamente l’Italia non sta pagando un conto così pesante come quello di Bosnia e Serbia, ma ha rischiato grosso: sarebbe bastato un assetto appena appena più occidentale dell’affondo artico di metà settimana, e ad essere alluvionate anziché le aree balcaniche sarebbero state le Regioni dell’Italia centro/meridionale…