Alluvioni nei Balcani: l’ONU lancia l’appello per gli aiuti internazionali

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bosniaIl sottosegretario delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, Valerie Amos, ha lanciato un appello affinche’ la comunita’ internazionale si mobiliti per fornire assistenza rapida alle popolazioni di Serbia, Bosnia-Herzegovina e Croazia colpite dalle alluvioni dei giorni scorsi. In un comunicato diffuso oggi, la Amos ha espresso “forte preoccupazione” per le inondazioni che hanno travolto i Balcani, dove e’ gia’ presente un team di esperti Onu per la valutazione dei disastri. “In tutti e tre i paesi stiamo distribuendo cibo e altri generi di aiuti e stiamo fornendo ripari di emergenza”, ha detto la coordinatrice dell’Ufficio Onu per gli affari umanitari (Ocha). La Amos ha sottolineato che i team di soccorso delle agenzie Onu – Programma alimentare mondiale (Pam), Alto Commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), Fondo Onu per l’infanzia (Unicef), Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (Undp) e Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) stanno lavorando con le autorita’ locali per aiutare a valutare i bisogni della gente, oltre a fornire cibo, acqua pulita e assistenza igienico-sanitaria. “Accolgo con favore la risposta rapida da parte delle autorita’ nazionali e dei loro partner e il sostegno fornito dai paesi limitrofi e dagli altri paesi della comunita’ internazionale”, ha aggiunto la Amos. “Dobbiamo fare tutto il possibile per garantire che impedire ulteriori perdite di vite e aiutare queste persone a risollevarsi”, ha aggiunto. Le inondazioni hanno finora provocato almeno 35 vittime e colpito centinaia di migliaia di persone. Ieri il Pam ha inviato una seconda tranche di beni di prima emergenza in soccorso delle popolazioni vittime delle alluvioni in Serbia, dove circa 600 mila persone sono state colpite dalle piogge piu’ abbondanti mai registrate nei Balcani negli ultimi 120 anni. Gli aiuti comprendono serbatoi d’acqua, generatori e gommoni forniti dal Pam e dal governo norvegese e sono stati trasportati per via aerea dalla Base Unhrd di Brindisi, gestita dal Pam, dove e’ preposizionata una riserva strategica di beni di prima necessita’ per una risposta immediata all’emergenza. Il ponte aereo di ieri ha fatto seguito a quello arrivato a Belgrado nella notte di domenica scorsa, con a bordo attrezzature di emergenza messe a disposizione dal Pame e dai governi italiano e norvegese. Su richiesta della Croce Rossa, il Pam sta inoltre allestendo un’altra spedizione che partira’ dalla base Unhrd di Dubai, contenente biscotti altamente energetici e alimenti pronti da mangiare per aiutare settemila persone colpite dalle inondazioni in Serbia. Il Pam ha risposto all’emergenza inviando, in meno di 36 ore, generi di prima necessita’ non alimentari. L’agenzia dell’Onu ha lanciato, su richiesta del governo serbo e in coordinamento con le autorita’ locali e le altre organizzazioni delle Nazioni Unite sul posto,un appello da 1,5 milioni di dollari per rispondere ai bisogni umanitari immediati nel paese. In Bosnia, dove le inondazioni hanno superato i livelli di emergenza nel nord, il Pam prevede inoltre di inviare aiuti alimentari salvavita a 150 mila persone maggiormente vulnerabili colpite dalle inondazioni. Per quanto riguarda l’Italia, gli aiuti sono stati messi a disposizione attraverso il Centro logistico delle Nazioni Unite di Brindisi e hanno compreso cinque generatori diesel di corrente elettrica della potenza ciascuno di 5 Kva, 18 generatori diesel della potenza di 10 Kva e sei gommoni equipaggiati per il soccorso nelle zone colpite per un valore totale di circa 260.300 dollari (circa 190 mila euro). Un primo contributo di 200 mila euro era stato concesso, attraverso la Federazione internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (Ficross), alla Croce Rossa serba per acquistare generi di prima necessita’ destinati alle popolazioni in difficolta’. Anche i primi quattro i gommoni, insieme ad altri mezzi e beni di soccorso, erano partiti dalla Base logistica dell’Onu (Unhrd) di Brindisi. L’iniziativa della Farnesina e’ stata coordinata dalla Direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo (Dgcs), in costante collegamento con le ambasciate in Serbia e Bosnia, i due paesi piu’ direttamente colpiti dalle inondazioni. Altri 100 mila sono stati messi a disposizione per la Bosnia.

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