Le tartarughe marine potranno beneficiare del riscaldamento del clima, perche’ le condizioni piu’ calde favoriscono le nascite femminili e quindi un incremento della popolazione. I guadagni saranno tuttavia temporanei, se le temperature continueranno a salire spingendo la popolazione a diventare tutta femminile, oppure raggiungeranno livelli in cui gli embrioni muoiono. Lo indica uno studio a guida australiana, appena pubblicato su Nature Climate Change. “Vi sara’ un periodo favorevole, ma piu’ in la’ gli effetti saranno gravi”, scrive il principale autore dello studio, Graeme Hays, docente di Scienze Marine dell’Universita’ Deakin di Melbourne. E’ noto da decenni che la riproduzione dei rettili e’ molto sensibile alla temperatura, con variazione delle proporzioni fra nascite maschili e femminili. Per specie come le tartarughe marine, la temperatura cruciale per l’incubazione e’ di 29 gradi, oltre i quali emergono dalle uova piu’ femmine. Se la temperatura raggiunge i 30,5 gradi, le nascite sono interamente femminili. Man mano che i maschi rimanenti muoiono, “sara’ la fine della specie, se non vi saranno interventi umani”, spiega Hays. Sopra i 33 gradi poi, gli embrioni non sopravvivono. Lo studio, che si e’ concentrato sulla tartaruga marina piu’ comune (Caretta caretta), indica che le spiagge di sabbia bionda producono il 70,1% di femmine, mentre quelle di sabbia scura e piu’ calda la proporzione sale al 93,5%. I risultati, osserva lo zoologo, dovrebbero motivare sforzi di conservazione per proteggere le spiagge di colore chiaro, oppure per piantare piu’ vegetazione vicino a quelle scure, per contenere il riscaldamento. “Se bisogna costruire un hotel, che si costruisca dietro una spiaggia di colore scuro”, suggerisce. Altri cambiamenti legati al riscaldamento globale, fra cui gli effetti sulle fonti di cibo, avranno l’effetto di controbilanciare i benefici del maggior numero di femmine procreanti. Inoltre il sollevamento dei mari causera’ erosione e la perdita di spiagge per nidificare, minacciando l’estinzione delle popolazioni di tartarughe, a meno che non trovino nuove spiagge adatte per nidificare. Resta da vedere se le tartarughe marine, che sono sopravvissute per centinaia di milioni di anni, potranno adattarsi in tempo al cambiamento climatico, conclude Hays. Possibili adattamenti possono includere depositare le uova in stagioni piu’ miti dell’anno o emigrare verso regioni meno calde.