Le disastrose inondazioni che hanno colpito Serbia, Bosnia Erzegovina e Croazia hanno provocato finora almeno dieci morti, migliaia di evacuati e ingenti danni all’agricoltura e alle infrastrutture della regione, dove sono impraticabili un gran numero di strade, ponti e ferrovie. Preoccupa la piena dei grandi fiumi – Danubio, Sava, Drina – ingrossati a dismisura dalle piogge incessanti e dai numerosi affluenti, e per i quali si stanno approntando misure di protezione per numerosi centri abitati.
La situazione piu’ pesante si registra in Serbia, dove il premier Aleksandar Vucic, che segue di persona le operazioni di soccorso, ha parlato delle peggiori inondazioni nel Paese negli ultimi 120 anni. Finora le vittime accertate sono sei, ma per Vucic sarebbero molte di piu’. A suo avviso sarebbero morti anche diversi soccorritori. Oltre settemila sono state finora le persone evacuate, con l’emergenza maggiore che si registra a Sabac e Obrenovac, localita’ a poche decine di km a sudovest di Belgrado andate completamente sott’acqua e che sono minacciate rispettivamente dai fiumi Sava e Kolubara, un suo affluente. Per il premier e’ necessario evacuare e mettere al sicuro buona parte degli abitanti delle due citta’, dove si stano dirigendo anche squadre di minatori a sostegno dei soccorritori. Vucic, che ha parlato di ‘catastrofe nazionale’ e ‘situazione di guerra’, ha fatto appello ai volontari maschi di Belgrado affinche’ si rechino in aiuto degli alluvionati. L”esercito e’ mobilitato con migliaia di uomini. Aiuti alla Serbia stanno affluendo in particolare dalla Russia, che ha gia’ inviato tre aerei Ilyushin con squadre di specialisti in situazioni di emergenza e aiuti in generi alimentari e medicinali. Aiuti hanno annunciato anche Slovenia, Croazia, Montenegro, Macedonia, Israele e Unione europea.
Molto critica la situazione dell’acqua alta anche nella vicina Bosnia-Erzegovina,, dove si registrano almeno quattro morti e migliaia di sfollati. Le notizie piu’ allarmanti giungono da Maglaj dove sono seimila le persone rimaste isolate dall’acqua, e Doboj, in Bosnia centrale. Le due citta’ sono completamente sommerse con centinaia di persone rifugiatesi sui tetti. Cresce il livello dei fiumi e quasi 70 mila famiglie sono senza elettricita’, mentre in diverse zone si registrano frane e smottamenti, che hanno gia’ inghiottito decine di case e invaso molte strade bloccando i soccorritori. In alcune zone montuose della Bosnia nevica e in alcune punti la neve ha raggiunto i due metri obbligando all’evacuazione tante famiglie di pastori con le loro greggi. In Croazia la parte piu’ colpita dalle inondazioni e’ quella orientale della Slavonia, in particolare la regione di Pozega. Non si registrano vittime e sono state evacuate finora oltre mille persone. Anche in Croazia e’ stato mobilitato l’Esercito, e i danni all’agricoltura e alle infrastrutture ammontano finora a dieci milioni di euro.
Gli allagamenti e le frane che si sono verificate negli ultimi giorni nei Balcani hanno spostato alcuni dei campi minati rimasti in Bosnia dopo la guerra del 1992-95. Lo ha fatto sapere Sasa Obradovic del Mine Action Center, un ente governativo bosniaco responsabile delle operazioni di sminamento. Almeno quattro persone hanno perso la vita nell’ondata di maltemponella regione, due in Bosnia-Erzegovina e altre due in Serbia.