Emicrania: team italiano sviluppa un neurostimolatore per combatterla

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I neurologi del Besta di Milano Licia Grazzi e dell’Università di Torino Innocenzo Rainero, hanno appena presentato al 66.mo congresso annuale dell’American Academy of Neurology, che si è concluso sabato a Filadelfia, i positivi risultati della ricerca italiana condotta su pazienti emicranici con età compresa far 18 e 65 anni tramite un stimolatore vagale esterno Gammacore che alle prime avvisaglie di un attacco va poggiato sul collo dove invia stimoli di 90 secondi che agiscono sul nervo vago che qui decorre. Con questo stimolatore, da poco inserito anche nel Registro RDM del ministero della Salute, nel giro di mezz’ora il dolore è completamente scomparso in oltre la metà dei 96 attacchi trattati (56%) e solo nell’11,5% si è verificata una riduzione moderata. Pressoché in contemporanea alla presentazione fatta al congresso di Filadelfia, sulla nota rivista PAIN, il prof. Michael Oshinsky della Thomas Jefferson University ha svelato il perché dell’efficacia osservata dai ricercatori italiani (e americani, inglesi, ecc. prima di loro): i microimpulsi elettrici del Gammacore bloccherebbero in 6 secondi il glutammato, il più noto dei cosiddetti amminoacidi eccitatori, cioè i neurotrasmettitori che danno il via alla cosiddetta spreading depression, che è la prima fase dell’attacco emicranico durante la quale si verifica una progressiva e circoscritta riduzione dell’attività elettrica dei neuroni e della circolazione sanguigna cerebrale. Finora ciò era ottenibile con un vecchio farmaco usato nell’epilessia, altra malattia in cui si verifica un aumento del glutammato anche se in misura ben maggiore: si tratta del valproato, usato a dosaggi adeguati all’emicrania per la prima volta nell’88 e nella cefalea a grappolo nell’89. Ora lo stesso risultato senza gli effetti collaterali che un farmaco inevitabilmente si porta dietro aggiunge valore a quanto ottenuto dai ricercatori italiani i cui risultati sono sovrapponibili a quelli ottenuti dal pioniere mondiale di questo trattamento, il prof. Peter Goadsby dell’Università della California di San Francisco e dell’University College di Londra, un’autorità indiscussa nel campo delle cefalee.

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