Si riducono anche le mamme: negli anni della crisi sono crollate del 7,3 per cento le nascite in Italia con appena 534.186 bambini nati, dei quali esattamente il 20 per cento (1/5) con almeno uno dei due genitori stranieri. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione della Festa della Mamma sulla base dell’ultimo report ‘Natalità e fecondità della popolazione residente’ dell’Istat dalla quale si evidenzia che nel 2012 sono nati 42.474 bambini in meno rispetto al 2008, anno in cui si registra una brusca inversione di tendenza. Dal 2000 in avanti le nascite in Italia sono aumentate costantemente anno dopo anno ma – sottolinea la Coldiretti – a partire dal 2008, con l’inizio della crisi, la situazione è cambiata bruscamente e si è verificata una progressiva riduzione. Una tendenza – precisa la Coldiretti – è solo in parte ponderata dall’aumento delle nascite di bambini figli di almeno un genitore straniero che, nello stesso periodo, sono aumentate e hanno raggiunto 107.339 unità. A cambiare è – continua la Coldiretti – anche l’età media del parto delle mamme che, durante il periodo considerato, si è innalzata fino a raggiungere i 31,4 anni. Ad influenzare la possibilità di diventare mamma è stato sicuramente – afferma la Coldiretti – anche il degenerarsi della situazione economica ed occupazionale che sta influendo anche sulla struttura sociale della popolazione. Essere mamme è diventato decisamente più difficile anche per l’immenso ruolo sociale che sono chiamate a svolgere in tempo di crisi, con la famiglia che è diventata un soggetto di welfare che opera come fornitore di servizi e tutele per i membri che ne hanno bisogno. Dall’ospitalità alla preparazione dei pasti, dalla pulizia degli abiti a quella della casa, fino alla cura dei nipoti, sono numerose le richieste di collaborazione chieste alle mamme che – rileva la Coldiretti – sempre più spesso sono costrette ad offrire anche aiuti economici ai figli. Non è un caso che quasi un italiano su tre (31 per cento) abiti con la propria mamma e che, inoltre, ben il 42,3 per cento abbia comunque trovato casa entro un massimo di trenta minuti di distanza dalla abitazione materna, secondo una elaborazione della Coldiretti su dati Censis che mette in evidenza come la crisi abbia attivato la rete di protezione familiare caratteristica dell’identità nazionale. Questo bisogno di vicinanza – sottolinea la Coldiretti – riguarda non solo i più giovani tra i 18 e i 29 anni (coabita con la madre il 60,7 per cento e il 26,4 abita a meno di 30 minuti), ma anche le persone più grandi con età compresa tra i 30 e i 45 anni (il 25,3 per cento coabita, il 42,5 per cento abita nei pressi), e addirittura gli adulti con età compresa tra i 45 e i 64 anni (l’11,8 per cento coabita, il 58,5 per cento abita in prossimità). Alle mamme va dunque attribuito un ruolo determinante nella tenuta sociale del Paese, a conferma della centralità del ruolo della famiglia sul quale si devono concentrare le Istituzioni per lo sviluppo sostenibile del Paese. La struttura della famiglia italiana in generale, e di quella agricola in particolare, considerata in passato superata, si è invece dimostrata, nei fatti, fondamentale – conclude la Coldiretti – per non far sprofondare nelle difficoltà della crisi moltissimi cittadini.